La Federm.o.t. esprime soddisfazione per l’iniziativa di quei gruppi parlamentari che il 1° Marzo hanno animato il dibattito presso la Camere dei deputati attraverso interpellanze rivolte al Ministro della Giustizia Orlando da rappresentanti del PD e dalla Presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni relativamente alle condizioni di lavoro dei magistrati onorari, operatori del diritto privi delle più basilari tutele lavoristiche.
La risposta del rappresentante del Governo alle sollecitazioni dei parlamentari interroganti circa la soluzione della annosa questione della magistratura onoraria – che vede coinvolti oltre 5.000 magistrati privi di qualsivoglia inquadramento lavorativo, retribuiti unicamente a cottimo – è apparsa volutamente evasiva e ha impropriamente scaricato la decisione, di natura eminentemente politica, in ordine alla stabilizzazione e regolarizzazione della categoria su di un organo consultivo quale il Consiglio di Stato e sull’Associazione Nazionale Magistrati.
Si esprime quindi condivisione per le osservazioni formulate in sede di replica dall’On. Meloni allorché ha sottolineato come i magistrati onorari “non chiedono di fare il magistrato di carriera” ossia di accedere ai ruoli ordinari della magistratura di ruolo, ma, nondimeno, “non possono esistere nel sistema italiano e tra i lavoratori italiani figli di un Dio minore”.
Non si determina infatti alcuna lesione delle prerogative esclusive dei magistrati di carriera riconoscendo, alla magistratura onoraria da anni in servizio, i diritti minimi dovuti ad ogni lavoratore, quali il diritto alle ferite, alla malattia, alla copertura per gli infortuni e alla pensione, alla continuità del rapporto di lavoro sino all’età pensionabile, anche in considerazione del ruolo svolto da questi professionisti altamente specializzati e al loro ruolo più che ventennale di garanti della legalità e della funzione giudiziaria.
La Federm.o.t. ritiene che l’attenzione mostrata dai parlamentari di maggioranza e di opposizione alla questione della magistratura onoraria non consentano al Governo di coltivare ulteriori alibi ostativi al varo di una riforma che superi i limiti strutturali delle iniziative assunte sino a oggi.
Raimondo Orrù
Presidente FederM.O.T.