Dopo 172 giorni dal primo arresto, la Procura della Repubblica di Taranto ha richiesto il giudizio immediato per 17 indagati, di cui 12 in stato di detenzione. Il 14 settembre 2016, militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto hanno eseguito un’attività di osservazione e pedinamento, finalizzata a monitorare un incontro tra il Capitano di Vascello Giovanni Di Guardo, Comandante di MARICOMMI Taranto e l’imprenditore Pastore Vincenzo, presidente di una società cooperativa esercente l’attività di pulizie e, tra l’altro, sindaco del Comune di Roccaforzata (TA), in relazione a un’asta pubblica indetta dal citato Commissariato della Marina Militare inerente il servizio di pulizia e sanificazione presso Enti, Distaccamenti e Reparti vari della giurisdizione di Marina Sud Taranto (Puglia e Campania) suddiviso in 4 lotti periodo 2016 – 2019, del valore complessivo di 11 milioni e 300 mila euro. Sulla scorta di probanti indizi i predetti sono stati fermati, perquisiti e trovati in possesso di due buste contenenti complessivamente 5 mila euro in contanti. Su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica – Maurizio Carbone -, si è proceduto all’arresto in flagranza del reato di corruzione. Questo primo riscontro investigativo si inquadrava nell’ambito di un procedimento penale istruito presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Taranto per vari reati contro la Pubblica Amministrazione, tra cui la induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione nonché turbativa d’asta, riguardante diversi imprenditori tarantini che, al fine di ottenere commesse dalla Marina Militare, avevano elargito tangenti a pubblici ufficiali responsabili di articolazioni amministrative dell’Ente Militare. Tre giorni dopo è stata eseguita la custodia cautelare nei confronti di Francesca Mola, Tenente di Vascello della Marina Militare, diretta collaboratrice del C.V. Giovanni Di Guardo, nonché responsabile dell’Ufficio Contratti della Direzione di Commissariato di Taranto, per i reati di concorso in corruzione aggravata e di turbata libertà degli incanti. Nell’ottobre 2016, nell’ambito della stessa inchiesta, la dott.ssa Valeria Ingenito – G.I.P. del Tribunale di Taranto, sempre su proposta del P.M. procedente – Maurizio Carbone -, ha disposto ulteriori 8 provvedimenti di custodia cautelare in carcere nei confronti sempre del medesimo C.V. Giovanni Di Guardo, della sua convivente rumena, di 5 imprenditori e di un dipendente civile del Ministero della Difesa, per i reati di associazione per delinquere finalizzata a commettere più delitti di corruzione aggravata e turbativa d’asta. Le attività di captazione telefonica ed informatica oltre all’esame di copiosa documentazione contabile e bancaria hanno consentito di comprovare l’esistenza di un cartello di imprese tra loro collegate per pilotare l’assegnazione a loro favore di oltre 200 appalti e affidamenti gestiti dalla direzione MARICOMMI di Taranto, con l’estromissione delle altre ditte concorrenti al fine di assicurarsi illeciti profitti di ingente quantità, per un ammontare complessivo di 5 milioni e 460 mila euro. Nell’ambito dello stesso provvedimento è stata altresì disposta la custodia cautelare dapprima domiciliare, poi “in carcere”, del Luogotenente dei Carabinieri Paolo Cesari, in servizio presso la Compagnia di Taranto. Il predetto risponde dei reati di rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, nonché di induzione indebita a dare o promettere utilità. Agli inizi del decorso mese di febbraio, il G.I.P. – Pompeo Carriere -, ha emesso altra ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti sempre del predetto dipendente civile del Ministero della Difesa e di due imprenditori, uno dei quali già ristretto presso la Casa Circondariale di Pisa, nonché gli arresti domiciliari nei confronti di altri due imprenditori. Il 22 febbraio u.s. il predetto dott. Pompeo Carriere, su proposta del dott. Maurizio Carbone, ha disposto il sequestro preventivo (ex art. 321 C.P.P.) di beni e disponibilità finanziarie facenti capo al C.V. Giovanni Di Guardo, in atto in stato di detenzione domiciliare, per un importo di 546 mila euro, pari al profitto illecito ricavato dall’indagato per effetto dei reiterati atti di corruzione che gli consentivano di percepire il 10% degli affidamenti diretti e degli appalti da lui gestiti, per il predetto importo complessivo di 5 milioni e 460 mila euro. Da ultimo, nel corrente mese, il dott. Maurizio Carbone ha proceduto all’interrogatorio diretto, quali persone sottoposte ad indagini, dei Capitani di Vascello Massimo Conversano e Gerardo Grisi, entrambi del Comando Logistico della Marina Militare di Napoli ed indagati per il reato di influenze illecite (art. 346 bis C.P.), nonché dell’Ispettore della Polizia di Stato Fortunato Giunta, in servizio presso la Questura di Taranto, indagato per il reato continuato di rivelazione di segreto d’ufficio. Nella giornata di ieri il Magistrato titolare delle indagini ha richiesto il giudizio immediato per 17 indagati, di cui 12 in stato di detenzione dopo 172 giorni dal primo arresto.