Un tempo ai bambini si raccontava la favola dell’asino che volava. Ci credevano. Non siamo molto distanti dal quel periodo di beata ingenuità perché oggi si crede alle scie chimiche, alla fragola pesce, agli alieni, agli oroscopi, alle cartomanti, ai maghi, ecc. Basta lanciare una notizia nel sistema informatico per trovare adepti alle più fantasiose voci. Noto e’ il caso di una etnia sub sahariana, i rettiliani, che dovevano avere la precedenza nella assegnazione delle case popolari. La notizia era stata lanciata, per scherzo, da un blogger e ha avuto l’indignazione di un gran numero di persone; purtroppo per loro la notizia era totalmente falsa: i rettiliani non esistono. Il caso eclatante e’ stata la notizia del voto positivo di Umberto Eco al referendum del 4 dicembre scorso sulle modifiche costituzionali; è venuta giù una pioggia di critiche dai webeti. Nessuno di costoro si era accorto che Eco era morto da mesi. E’ circolata la notizia che i vaccini provochino l’autismo; è una notizia pesante che crea allarme sociale ma che non ha riscontri scientifici. Ci sono, poi le mezze verità, quelle difficilmente smentibili, del tipo: sono stato generoso perchè ho regalato un’arancia, mentre si tace il fatto che in cambio ho ricevuto una mela. Di queste mezze verità sono pieni i cosiddetti organi di informazione. Altra tecnica è quella di rendere evidenti alcuni argomenti per non doverne trattare altri.
Il cittadino utente come fa a difendersi? Ironicamente, nei mesi scorsi abbiamo detto che i giornali servono a vedere che giorno è, e i telegiornali a sentire le previsioni meteo. Insomma, atti di fede non se ne dovrebbero fare ed è questo un buon metodo, applicabile anche a se stessi, visto che spesso riteniamo di avere il dono della verità: gli altri non capiscono, sono venduti o, addirittura, in malafede, il che comporterebbe il processo alle intenzioni (Torquemada è sempre dietro l’angolo). Autocelebrare le proprie circonvoluzioni non aiuta.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc