ISTRUZIONE – Il Governo approva gli otto decreti delegati della Buona Scuola

La scuola italiana precipita nel caos: a seguito dell’approvazione odierna, da parte del Consiglio dei Ministri, di otto delle nove leggi delega della Buona Scuola, si chiude il cerchio sulla disastrosa Legge 107 del 2015. Già da settembre, se ne accorgeranno pure le famiglie di alunni che frequentano le nostre scuole; a iniziare dalle 260mila con figli disabili o con problemi d’apprendimento. In attesa di prendere visione dei testi definitivi, ora passati nelle mani del Capo dello Stato per il via libera definitivo, l’Anief ritiene comunque di avere fondati elementi per dire che i decreti attuativi contengono troppe ombre e pochissime luci.

Preoccupa, in particolare, la riforma del sostegno. Perché le nuove certificazioni, realizzate su parametri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sarà impossibile concluderle in pochi mesi prima dell’avvio dell’anno scolastico. E non si avrà alcuna garanzia neppure sul mantenimento delle ore assegnare dai nuovi GIT, visti i novelli criteri introdotti per costituire i gruppi di lavoro. Fa scalpore anche che, per salvaguardare il falso mito della continuità didattica, si è voluto introdurre il blocco decennale dei docenti di sostegno: gli unici, in pratica, a rimanere fermi, mentre tutti gli altri insegnanti avranno facoltà di cambiare classe, pure ogni anno. Viene da chiedersi: poiché materna, scuola media e superiore durano, rispettivamente, cinque, tre e altri cinque anni, e considerato che il docente di sostegno è assegnato alla scuola, che senso ha tutto questo?

Sul precariato arriva la novità che per diventare docenti nella scuola secondaria bisognerà dopo la laurea superare il concorso che consentirà l’acceso al nuovo percorso di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione di docente, denominato FIT, come richiesto nel parere della VII Commissione Cultura. Poi ci sono le nuove graduatorie ragionali, le cosiddette GRAME, quando bastava aggiornare le GaE annualmente, fare incontrare domanda e offerta (assumendo su tutti i posti trasformati da organico di fatto a organico di diritto) e riaprirle. Oppure estendere il doppio canale alle graduatorie d’istituto. Inoltre, rimane il vuoto a regime per il personale dell’infanzia e della primaria.

Sull’Estero, i docenti di ruolo faranno i supplenti dei supplenti, e soltanto dieci docenti di sostegno nel mondo; chi rientra va in ambito territoriale, senza nessun super-punteggio. E verrà ridotta pure l’indennità. Anche in questo caso, il personale Ata e gli Educatori non sono pervenuti, né nella legge né nelle deleghe: continuano a essere considerati, evidentemente, figli di un dio minore.

Su Sistema Integrato 0-6 anni, è stata dimenticata l’anticipazione, richiesta, dell’obbligo scolastico a cinque anni, in classi con docenti in compresenza della scuola materna e primaria, in modo da garantire un’offerta didattica di qualità, nell’anno scolastico più complicato per gli alunni; inoltre, niente potenziamento, sezioni primavera ordinamentali, con lo stato che copre però solo il 25 per cento di tutto il fabbisogno.

Sugli Esami di Stato, l’Invalsi diventerà obbligatorio per le scuole e per l’ammissione degli studenti alle prove finali. Per le quali, sarà valutata anche l’alternanza scuola-lavoro: si potrà accedere con insufficienze, previo parere positivo del Consiglio di Classe, ma in generale si ignora il territorio.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, "peggio di così non si poteva fare. Ora scoppierà l’ennesima ondata di ricorsi, a cominciare dal sostegno. Eppure, 600 mila docenti e Ata erano scesi, due anni fa, in piazza contro la legge Renzi. A distanza 24 mesi, il Governo Gentiloni piuttosto che cambiare la Riforma ha peggiorato quanto di cattivo era stato già pensato e fatto. L’approvazione di questi testi è la dimostrazione che tutta la legge doveva essere cambiata. È stato inutile fare audizioni, perché alla fine è stato anche stavolta ignorato il parere del mondo della scuola e di chi la fa. Come Anief – ha concluso Pacifico – intendiamo garantire fin da adesso il diritto allo studio degli alunni con disabilità e il diritto dei precari a essere assunti o risarciti”.