Prendiamo atto del parere della Anm sul quesito formulato dal Ministro Orlando in tema di eventuale stabilizzazione della magistratura onoraria in servizio. E’ singolare tuttavia che, nonostante la abbondanza e profusione argomentativa, il parere dell’associazione sindacale della magistratura professionale, che pur accetta le iscrizioni dei magistrati onorari senza conferire loro il diritto di voto, abbia omesso di esprimere una opinione sull’ipotesi prospettata dal parere del Consiglio di Stato, ossia il richiamo alla legge n. 217/1974; questa legge, che passò il vaglio di costituzionalità, non configura un ingresso nei ruoli della magistratura ordinaria, ma è volta a regolamentare la permanenza nelle funzioni dei giudici di pace ed onorari con il riconoscimento di adeguate tutele previdenziali e stipendiali.
Stride con la ragion pratica il lungo profondersi speculativo da parte dell’ANM su temi che non rappresentano affatto l’oggetto del parere richiesto e delle rivendicazioni della categoria, ossia la permanenza in servizio con idonea retribuzione e tutele ma senza stabilizzazione nella magistratura di carriera, arrivando l’ANM ad ipotizzare un concorso pubblico per accedere a funzioni “declassate", senza considerare che tutti i magistrati onorari un concorso pubblico, in fase di accesso, l’hanno già superato e in occasione dei rinnovi di mandati continuano ad essere sottoposti a un vaglio analitico di professionalità e produttività. Nessun accenno, al contrario, da parte dell’ANM ai dettami delle Istituzioni europee, in procinto di aprire la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia che si concluderà con una sentenza della Corte di Giustizia Europea, avente forza vincolante per il Governo italiano e per tutte le autorità giurisdizionali italiane (Tribunali di merito, Cassazione, Consiglio di Stato, la stessa Corte Costituzionale!). D’altra parte l’ANM non avanza alcuna proposta alternativa e il Governo non potrà che seguire la linea tracciata dall’unico organo consultivo deputato a fornire strumenti interpretativi della legge, il Consiglio di Stato, organo terzo che, con il suo parere del 7 aprile scorso, indica la via di una legge storicamente promulgata e costituzionalmente vagliata, risalente al 1974 e reiterata ben due volte nel 1977 e nel 1984. Il Governo è oggi tenuto a riconoscere ai magistrati onorari e di pace in servizio le tutele previdenziali, assistenziali e stipendiali secondo i principi costituzionali e nei termini indicati dalla pronuncia del Comitato Europeo dei Diritti Sociali presso il Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea, non assumendo alcun rilievo giuridico o pratico il ridondante parere espresso dall’ANM. Le organizzazioni di categoria hanno chiesto al Presidente del Consiglio On. Paolo Gentiloni un incontro urgente ed un’autorevole presa di posizione politica a favore della magistratura onoraria e in ossequio ai dettami europei.