I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, su ordine del locale Tribunale, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di confisca di beni, per un valore complessivo che supera i 16 milioni di euro, riferibili a due imputati della nota vicenda giudiziaria che ha riguardato il fallimento UNILAND. Tra i beni confiscati, rientrano disponibilità finanziarie per un milione e ottocentomila euro, che verranno destinate al Fondo Unico Giustizia, partecipazioni societarie, strumenti finanziari, 35 tra fabbricati e terreni (siti nelle province di Bologna, Firenze, Modena e Ravenna) nonché orologi di pregio, 5 quadri di valore, 3 autovetture di lusso e 3 moto di grossa cilindrata. L’attività si inquadra nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dal Sostituto Procuratore Antonella Scandellari e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna, che portò, nel febbraio 2011, all’arresto del dominus del gruppo UNI LAND e di due suoi collaboratori e che aveva visto complessivamente coinvolti 27 soggetti – di cui 21 persone fisiche e 6 persone giuridiche – a cui erano stati contestati reati finanziari e societari che andavano dal falso in bilancio, all’aggiotaggio, all’insider trading ed all’evasione fiscale collegata a fenomeni di esterovestizione societaria, ed al sequestro di azioni per un valore di 109 milioni di euro. Nel marzo 2015, vi era stato l’accoglimento da parte del Tribunale di Bologna dell’istanza presentata da due dei principali imputati per ottenere l’applicazione della pena su richiesta (cd. “patteggiamento”), con la conseguente condanna a tre anni di reclusione dell’ideatore degli illeciti al vertice del gruppo societario.