di Roberto Gugliotta
Sono "solo" quindici anni e sembrano di più. Vista la mole di notizie, esclusive e approfondimenti proposti da IMG Press. Eccessivo definirlo un miracolo editoriale ma lasciateci dire, senza troppa enfasi, che è stato un successo incredibile. Chi conosce la nostra storia e le difficoltà nel fare un certo giornalismo d’approfondimento, privilegiando le inchieste, gridano però al miracolo. E lo è sicuramente in un Paese che è dedito alla mediazione, del lui ha ragione, ma lei non ha torto, di un buffetto al sindaco e di un altro all’imprenditore che spalma tanta pubblicità. Questa è l’Italia, fatta dai miracoli e dai miracolati. Guidata da personaggi che sono esperti nelle strambate, con lo straordinario fiuto nel captare il vento e con l’immancabile uomo della Provvidenza a tirare le fila. E in questo panorama desolante fatto di nostalgia democristiana che non è adatta al bipartitismo, al bianco e nero, al di qua o di là, abbiamo deciso di dire la nostra. Perché questo è, nonostante tutto, un Paese straordinario, una Messina bellissima. Da siciliani come Giovanni Falcone avvertiamo che a quanti sono nati nell’isola tocca un compito in più rispetto agli altri connazionali: combattere la disonorata società che tanti altri siciliani hanno regalato al Paese. E mentre si spartiscono gli incarichi pubblici, si dividono la torta della sanità e mettono le mani sul territorio l’onda degli immigrati non si ferma: sono disperati, hanno fame e sempre freddo, anche d’estate. Hanno bisogno di tutto (tutto grasso che cola) il prete di frontiera interviene: raccoglie aiuti dalla popolazione (letti, coperte, cibo, posti dove accoglierli, piccoli lavoretti, briciole di dignità) e li offre loro. La malavita, anche lei non si ferma. Occorre intervenire per togliere la forza lavoro giovane. Impedire ai ragazzi di essere reclutati, attratti dai soldi facili e da comportamenti da supereroi. Il prete li raccoglie, cerca di tenerli insieme con lo sport, con iniziative di aiuto nel quartiere. L’impegno salva le anime, e le vite ma è davvero così? Le condizioni di vita e di igiene sono pessime. È richiesto l’aiuto della popolazione, ma è una popolazione diffidente e che deve già affrontare le sue difficili vicende sociali. Lo shock culturale tra loro e gli immigrati è palpabile. Incomprensioni, diffidenze, prese in giro animano la loro quotidianità. Apriamo gli occhi, sveliamo questa città. Il dilemma: piegare la schiena per vivere o tentare di vivere. Lavorare è sempre stato un bene prezioso, ma mantenere il lavoro, fare in modo che non si esaurisca per errori, mercato, inefficienza, crisi o altro richiede un impegno enorme. E coraggio. Soprattutto quando l’altro è la mafia, è la sanguisuga delle forze, delle volontà. Denunciare e vivere da solo, semi abbandonato dalla società (lo stato in questo non serve), con il rischio della propria vita e di quelli che ti sono vicini, o piegarsi e aspettare che la sanguisuga smetta si succhiare? Il dramma, per chi denuncia, è doppio: davanti alla mafia, davanti agli altri che non lo fanno e guardano con invidia e compatimento. Un dramma appunto. “Frangar, non flectar” è il motto di IMG Press. Quindici anni dopo il quadro è questo.