Più protezione per i bambini migranti, un appello al G7 e una petizione all’UE

Secondo il nuovo rapporto dell’UNICEF “A Child is a Child: Protecting children on the move from violence, abuse and expolitation” ("Un bambino è un bambino") lanciato oggi, i bambini rifugiati e migranti che si spostano da soli, nel mondo, hanno raggiunto un numero record: quasi quintuplicato dal 2010 a oggi.

Il rapporto presenta un quadro generale della situazione dei bambini rifugiati e migranti, le motivazioni dietro ai loro viaggi e i rischi che essi affrontano lunga il percorso. Le rotte si fanno sempre più pericolose, e sempre più questi bambini si ritrovano in balia di intermediari e trafficanti per raggiungere le loro destinazioni.

L’UNICEF sottolinea la necessità di un sistema di protezione globale che tenga questi bambini al sicuro da abusi, sfruttamento e morte.

«Anche un solo bambino costretto a fuggire da solo sarebbe troppo. E oggi, il loro numero è sconcertante. Noi adulti non li stiamo proteggendo» afferma Justin Forsyth, Vicedirettore dell’UNICEF. «Gli spietati responsabili del traffico di esseri umani sfruttano la loro vulnerabilità per lucro, aiutando questi bambini a superare i confini solo per poi venderli, costringerli alla schiavitù e alla prostituzione forzata. È immorale il fatto che non stiamo difendendo adeguatamente i bambini da questi sfruttatori.»

Nel rapporto è stata inserita la storia di Mary, 17enne della Nigeria, che racconta il trauma del suo terribile viaggio attraverso la Libia per arrivare in Italia.

«Ha sempre detto che ci avrebbe trattato bene e che saremmo stati al sicuro. Era una bugia.» riferisce Mary parlando del trafficante che si occupava di lei. «Mi diceva che se non fossi andata a letto con lui non mi avrebbe portata in Europa. Mi ha violentata».

Mary è stata bloccata in Libia per più di tre mesi ed è stata ripetutamente abusata. Il suo incubo è poi proseguito in Italia, dove è stata costretta a prostituirsi.

I dati del rapporto

Nel biennio 2015-2016 sono stati registrati almeno 300.000 bambini non accompagnati e separati in circa 80 Stati, rispetto ai 66.000 del 2010-2011.

Nel medesimo periodo, 200.000 minorenni non accompagnati hanno effettuato richiesta di asilo, di cui 170.000 in Europa. Circa 100.000 minorenni sono stati arrestati al confine tra Stati Uniti e Messico.

Il 92% di tutti i minorenni arrivati in Italia via mare nel 2016 e nei primi mesi del 2017 erano non accompagnati e separati.

A livello globale circa il 28% delle vittime di tratta sono bambini.

Nell’Africa Subsahariana e in America Centrale e Caraibi sono stati riscontrati i tassi più alti d incidenza di minori fra le vittime di tratta accertate: rispettivamente il 64 % e il 62%.

Circa il 20% degli intermediari ha legami con organizzazioni criminali per la tratta di esseri umani.

«Questi bambini hanno bisogno che i governi di tutto il mondo assumano impegni concreti per assicurare la loro sicurezza durante i viaggi» ribadisce Forsyth. «I leader che si incontreranno la prossima settimana al G7 devono orientare i propri sforzi ed essere i primi a impegnarsi ad attuare i 6 punti di azione dell’Agenda di Azione dell’UNICEF.»

In vista del vertice G7 che si terrà il 26 e 27 maggio prossimi a Taormina, l’UNICEF chiede ai Governi di adottare un’agenda in 6 punti per proteggere i bambini rifugiati e migranti e assicurare il loro benessere.

Proteggere i bambini rifugiati e migranti, in particolar modo quelli non accompagnati, da sfruttamento e violenza. Porre fine alla detenzione dei bambini richiedenti lo status di rifugiato o migranti. Tenere unite le famiglie, come migliore mezzo per proteggere i bambini e dare loro il riconoscimento di uno status legale. Consentire ai bambini rifugiati e migranti di studiare e dare loro accesso a servizi sanitari, e di altro tipo, di qualità. Chiedere di intraprendere azioni sulle cause che spingono a movimenti di massa di migranti e rifugiati
Promuovere misure che combattano xenofobia, discriminazioni e emarginazione nei Paesi di transito e di destinazione.

L’UNICEF chiede all’opinione pubblica di mostrarsi solidale nei confronti dei bambini sradicati da guerre, violenze e povertà, sostenendo i sei punti della sua Agenda.

In occasione del lancio del rapporto, l’UNICEF Italia promuove la petizione “Per ogni bambino sperduto”, rivolta all’Unione Europea, per chiedere maggiore tutela dei diritti e l’accesso ai servizi di base per i minorenni rifugiati e migranti.