Obamite. Vaccino obbligatorio? E una canna?

L’ex-presidente Usa, Barack Obama, dopo la puntata milanese in cui ci ha detto di stare attenti a come mangiamo e alla centralità dell’alimentazione nel mantenimento e disfacimento del mondo, è arrivato in Toscana. Impossibile non accorgersene. Le cronache nazionali e locali (cartacee e televisive) sono piene di reportage che ci raccontano particolari e non solo, soprattutto le reazioni raccolte da reporter che quasi sempre fanno la domanda e mettono in bocca agli intervistati la risposta che serve loro per fare quello che ritengono un servizio da scoop. Ordinaria follia. Siamo invece preoccupati dall’Obamite. Si parte da titoli di apertura di cronaca tipo “Dalla Casa Bianca a Palazzo Vecchio” e occhiello: “Obama va a trovare il suo amico Matteo Renzi”. Ci spiace per chi ha lanciato questa informazione, ma entrambi gli amici non sono piu’ inquilini del villone di Washington e del palazzo di piazza Signoria a Firenze; e quindi? Cronaca delle glorie che furono. Poi ci sono i bambini che, in campi deserti, espongono cartelli fatti a mano di benvenuto all’ex-presidente… campi in cui notoriamente (secondo chi li ha fatti mettere lì in posa) ci dovrebbero essere folle (o anche semplici passanti) che danno senso all’esposizione di un cartello come in qualunque altro posto, cioè che possa essere letto. Ed ecco le interviste a chi si “spaparanza” sulle panchine o nei tavoli di bar del borgo grossetano, e che, a parte qualche rara “c” aspirata indigena -ironia della sorte- parlano solo inglese/americano o un italiano con accento come nel film “Vacanze romane” del 1953… chissà se sono degli estemporanei cultori dell’armonia toscana e maremmana oppure sono stati messi li’ a posta… E poi -top dei top- c’è un signore che fa il primo cittadino di Grosseto (noto anche per aver levato le panchine dalla sua citta’ per impedire che persone con la stesso colore della pelle di Obama vi si riposassero)… c’è questo “strano” signore che si e’ dipinto di marrone scuro per dare il benvenuto all’ex-inquilino della White House. E ci ha fatto venire in mente l’ex-premier Silvio Berlusconi quando, in una sua famosa esternazione, aveva descritto Obama come abbronzato… ma -non ce ne voglia- di lui se ne sono accorti molte persone in meno rispetto al piu’ importante leader del suo schieramento politico di riferimento.
Tutto questo che riportiamo e’ frutto di un volo pindarico. Approfondendo -per i cultori- ce ne sarebbe a iosa.
Ci domandiamo se, per questo virus dell’Obamite, ci sia un vaccino, e se questa “puntura” non sia opportuno farla a giornalisti e politici, quelli che hanno dato sfoggio di se’ cosi’ come lo abbiamo ricordato, e altri potenzialmente esposti al contagio.
Intanto, siccome proprio non ce la facciamo a non essere irriverenti e a mettere le dita nelle piaghe, girandole per farle sanguinare di piu’, chissa’ che reazione ci sarebbe se Obama si facesse una canna. Del resto la sua politica in materia, negli ultimi periodi del suo mandato, era molto aperturista. Una bella canna ci starebbe proprio bene. Di una buona e sana cannabis biologica coltivata in qualche campetto maremmano. L’immagine farebbe il giro del mondo, e nessuno si stupirebbe piu’ di tanto. Chi si avvicinera’ per primo ad Obama per mettergli lo spinello tra le labbra e subito fargli una bella foto? (non si accettano fotomontaggi, che’, in merito, la Rete ne è piena).

Vincenzo Donvito, presidente Aduc