I magistrati onorari sono da oggi in sciopero sino a sabato. Protestano perché vogliono lavorare full-time, mentre il Governo ha previsto in un decreto legge che non possano erogare la propria prestazione per più di due volte a settimana, cercandosi negli altri giorni un altro lavoro.
Seguendo questa impostazione, la paralisi dei tribunali in questa settimana è solo un assaggio di quello che accadrà regolarmente dopo il varo della riforma Orlando.
Prima che si concludessero le primarie del PD, il Ministro della giustizia aveva annunciato alle Camere che avrebbe percorso tutte le soluzioni ritenute possibili dal Consiglio di Stato per restituire un inquadramento dignitoso ai magistrati onorari, leva strategica nell’abbattimento dei termini di durata dei processi. Accantonate per ora le ambizioni da Segretario, Orlando sta invece smantellando tale risorsa e mettendo in ginocchio anche la magistratura di ruolo, che dovrà tappare i buchi lasciati scoperti dai magistrati onorari.
Ne sono consapevoli i capi degli uffici, che sulla rilevanza strategica di tale categoria insopprimibile riferiranno oggi al CSM. Meno l’ANM che, diversamente dai capi degli uffici, da un lato plaude all’impianto complessivo della riforma, dall’altro chiede che i magistrati onorari possano fornire il loro supporto a quella di ruolo in un più ampio ventaglie di materie e con maggiore frequenza.
Sarà difficile che ciò possa avvenire lavorando due volte a settimana e a condizioni economiche irragionevoli: 16 mila euro all’anno, da cui si devono scomputare l’IRPEF e i contributi previdenziali: una vera “voucherizzazione” della giustizia che precarizza definitivamente P.M. e Giudici onorari, ma di fatto mina la stabilità dell’intero ordine giudiziario, sulla cui autonomia e indipendenza poggia l’intero assetto costituzionale tra i poteri dello Stato.