ACCERTAMENTI ANTIRICICLAGGIO E VALUTARI

Nell’ambito dell’attività svolta a tutela del mercato dei capitali e della corretta circolazione dei mezzi di pagamento, finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno hanno svolto, dal mese di gennaio scorso, una serie di controlli tesi a verificare il rispetto delle disposizioni di legge che limitano il trasferimento di denaro contante. Al fine di consentire la tracciabilità completa dei flussi finanziari e ricostruire l’origine e la destinazione dei fondi, la normativa antiriciclaggio vieta, infatti, di effettuare (a qualsiasi titolo, cioè a prescindere dalla liceità o meno dell’operazione sottostante) passaggi di denaro contante, tra persone fisiche, per importi pari o superiori a 3.000 euro (soglia di legge in vigore dal 1° gennaio 2016, ma più volte v ariata nel corso degli anni), sancendo, tuttavia, la possibilità di ricorrere, in tali casi, al canale bancario, agli uffici postali, agli istituti di moneta elettronica o agli istituti di pagamento. In questo contesto, gli accertamenti svolti dal personale del Nucleo di Polizia Tributaria di Livorno e della Compagnia di Portoferraio – nell’ambito sia delle attività di natura amministrativa che nello sviluppo di indagini di polizia giudiziaria – hanno permesso di riscontrare n. 159 trasferimenti di denaro contante, per un valore complessivo di oltre 1,1 milione di euro, posti in essere nella provincia labronica, tra il 2012 e il 2016, per importi di volta in volta superiori alla soglia di legge. Sono state così rilevate infrazioni amministrative a carico di ventidue persone con l’applicazione di una sanzione (da irrogare a cura della Ragioneria territoriale dello Stato competente) che prevede il pagamento di una somma di denaro oscillante tra l’1% al 40% dell’importo trasferito. Più in dettaglio, le sanzioni sono state applicate a soggetti residenti nelle province di Livorno, Ragusa, Trapani, Grosseto, Roma, Catania, Massa Carrara, Pistoia, Pisa e Napoli. Tra i casi rilevati, si evidenziano, di norma, trasferimenti di denaro contante aventi ad oggetto somme ben eccedenti la soglia minima normativamente prevista: a fronte delle sanzioni applicate, taluni soggetti hanno già definito la violazione amministrativa con il pagamento, in forma agevolata, dei relativi importi. E’ stata operata, inoltre, una contestazione valutaria nei confronti di un soggetto di origine cilena che, nei primi giorni del 2013 (al di fuori di qualsivoglia operazione di voluntary disclosure), ha introdotto nel territorio italiano (proveniente da Santiago del Cile) una somma di 70 mila euro, poi utilizzata per l’acquisto di un immobile ubicato in provincia di Livorno. La normativa sancisce, al riguardo, l’obbligo di presentare all’ingresso del territorio nazionale una dichiarazione all’Agenzia delle Dogane, quando si abbiano al seguito denaro, assegni o altri strumenti di pagamento negoziabili al portatore, pari o superiore a 10.000 euro, pena l’applicazione di una sanzione pecuniaria fino al 40% dell’importo trasferito.