Nel 2016 nel territorio della provincia di Cosenza la Guardia di Finanza ha effettuato 131 sequestri di merce falsa, per un totale di poco più di 20.000 pezzi confiscati. Nel territorio il volume di merci contraffatte sequestrate rimane su livelli bassi, per quanto non marginali. Tra il 2008 e il 2016 si contano circa 167.000 prodotti taroccati sequestrati, soprattutto articoli di abbigliamento, calzature e giocattoli.
Un territorio vasto, articolato in numerose realtà amministrative, senza grandi città, con una densità abitativa abbastanza bassa: la provincia di Cosenza non è inserita nelle principali direttrici dei flussi di merce contraffatta e non è nemmeno un territorio di produzione. Il fenomeno della contraffazione è contenuto in termini numerici e per lo più limitato alla commercializzazione. Il commercio costituisce infatti, insieme al turismo, il cuore pulsante dell’economia di un territorio povero di industria manifatturiera e in cui negli ultimi anni anche il comparto agricolo ha mostrato segni di sofferenza. Ben il 32,3% delle imprese del territorio è costituito da realtà del settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, contro una media nazionale del 27,4%.
I negozi di vicinato, seppure in lieve diminuzione negli ultimi cinque anni (-1,4%), sono 11.150 e rappresentano il 52,4% degli esercizi commerciali della provincia. Nello stesso arco di tempo si registra un significativo incremento degli ambulanti, che nel 2016 sono 2.966, con una crescita del 23%, e rappresentano il 13,9% dell’intero comparto. Anche a Cosenza gli stranieri residenti hanno trovato impiego nel commercio e un dettagliante su quattro è di origine straniera. La vendita di merce contraffatta trova i suoi momenti di massima diffusione durante la stagione estiva, quando ai 714.000 residenti si aggiungono i 560.000 turisti che nel 2015 hanno alloggiato nelle strutture ricettive ufficiali.
Nonostante i numeri limitati, il fenomeno della contraffazione non è meno dirompente rispetto alla fragile economia cosentina. Si incunea e prospera in un contesto in cui l’illegalità, anche quando non assume i contorni propri della criminalità organizzata, tende a occupare gli spazi possibili e sul versante commerciale si manifesta nel radicato e crescente fenomeno dell’abusivismo commerciale.
Nel 2016 la Guardia di Finanza ha sequestrato sul territorio provinciale 11,5 milioni di pezzi per contraffazione, abusivismo commerciale, utilizzo indebito del marchio made in Italy, pirateria e soprattutto per violazione delle norme sulla sicurezza dei prodotti. A questi si aggiungono le frodi scoperte nel comparto agroalimentare, che hanno portato al sequestro di 1.370 kg di prodotti.
Per arginare il mercato del falso, la sola azione di repressione e di contrasto non è sufficiente. Occorre anche spingere sul pedale della sensibilizzazione e dell’informazione dei cittadini-consumatori, al fine di disincentivare l’acquisto e togliere ossigeno al commercio della merce contraffatta.
Dal 12 al 17 giugno si svolge in tutta Italia la seconda Settimana nazionale anticontraffazione organizzata dalla Dg Lotta alla Contraffazione-UIBM del Ministero dello Sviluppo Economico. Nel corso della settimana si svolgono iniziative di studio, sensibilizzazione, animazione rivolte a stakeholder e cittadini, e si presenteranno le analisi provinciali del fenomeno della contraffazione a Napoli, Venezia e Cosenza realizzate dal Censis.