Anaao: così muore la sanità al Sud

Mentre la Campania attende da mesi, nell’immobilismo più totale, di conoscere il vincitore del braccio di ferro tra politici nazionali e regionali per la corona di responsabile della sanità locale, la Calabria consuma la sopravvivenza del suo sistema sanitario per un blocco delle assunzioni tanto feroce quanto stupido, dopo l’ennesimo nulla di fatto al tavolo ministeriale. E le mille assunzioni promesse rimangono virtuali mentre restano a zero i nuovi medici negli ospedali della regione.

Di fatto, in due Regioni italiane – commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise – è sospesa, e da tempo, la Costituzione, ed in particolare l’esigibilità del diritto alla salute dei cittadini. I quali, insieme con i medici, prima e seconda vittima di poco decorosi balletti istituzionali, assistono sconcertati al cinismo di un ceto politico tanto ottuso quanto indifferente ai diritti dei calabresi e dei campani ed alla integrità psico-fisica degli operatori, sordo anche ai pronunciamenti della Magistratura.

Nel silenzio del Governo l’accessibilità alle cure per i cittadini di alcune Regioni rappresenta un miraggio che sta mettendo la convivenza civile a serio rischio, mentre diventano sempre più pesanti le condizioni di lavoro di medici, dirigenti sanitari e infermieri, con annualità di ferie non godute, migliaia di ore di straordinario non pagate e non recuperate, turni massacranti in spregio di norme sull’orario di lavoro che, recepite con 10 anni di ritardo, continuano ad essere violate, a rischio di multe dell’UE che valgono un’intera legge di stabilità.

Mentre Roma è affaccendata tra capilista bloccati e soglie elettorali, Campania e Calabria rimangono in un limbo in cui affonda la sanità pubblica ed il rapporto tra cittadini e politica, costituendo il vero terreno di coltura dei tanti populismi e della epidemia di astensionismo elettorale.

I rappresentanti dello Stato, dai prefetti ai Sindaci fino al Presidente della Repubblica, conclude Troise, non possono continuare a fare da spettatori, a questo punto non si sa quanto innocenti, di un disastro sociale annunciato. In attesa del prossimo episodio per il quale gridare all’unisono allo scandalo.