di Federica Zaccone
Sempre più costante la presenza del tema “povertà” al centro dell’agenda dei mass media e dell’opinione pubblica. Un’emergenza causata dalla crisi economica e dalla crescente disoccupazione che sta colpendo maggiormente al Sud più di tutto il resto dell’Italia, e che sta acquisendo sempre più consistenza. Sempre più nuclei famigliari, ci racconta Padre Francesco Pati, si ritrovano a non arrivare o arrivare a stento a fine mese. Un numero sempre maggiore di famiglie (italiane), ma soprattutto di giovani, fatica a portare a tavola un pasto caldo, riducendosi a vivere nella strada. La povertà dunque, sostiene Padre Pati, non riguarda più esclusivamente gli anziani, come avveniva un tempo.
L’incremento di situazioni di estrema povertà sono il campanello d’allarme di una società che non funziona come dovrebbe, in cui il denaro non circola come sarebbe opportuno che circolasse, diventando un potere oligarchico, concentrato nelle mani di una sparuta manciata di benestanti.
Chi riconosce e conferma la gravità di questa emergenza sociale, è anzitutto l’insieme di istituzioni che cercano di alleviare le difficoltà di persone che vivono in condizioni di disagio e povertà. Ne è un esempio la Caritas, sulla quale Padre Pati si appoggia per i propri interventi, ma non è l’unico.
Diverse sono le strutture gestite da Padre Pati a Messina, dalla Casa di accoglienza “S. Maria della Strada” di Galati S. Anna alla Casa “Francesco Maria di Francia” di Roccalumera, e tanti sono gli operatori che lavorano giornalmente al suo fianco, al servizio dei più poveri. L’aiuto ai disagiati da parte della Chiesa, di Padre Francesco, dei volontari, rappresenta un messaggio forte di speranza, oltre che un concitato invito alla rimozione della diffidenza di una società che sempre più spesso, tende a rilegare uomini e donne ai margini piuttosto che trattarli per ciò che sono
davvero: uomini.