La Feder.M.O.T., U.N.I.M.O., C.O.G.I.T.A., M.O.U. in esecuzione delle conformi delibere adottate dai propri Consigli Direttivi e per le ragioni condivise per la massima parte dalle Associazioni dei Giudici di Pace ANGDP, CGDP, UNAGIPA, proclamano e comunicano l’astensione dei giudici onorari di tribunale e dei vice procuratori dalle udienze civili e penali e dalle altre attività giudiziarie dal 26 al 29 luglio 2017, nel rispetto del codice di autoregolamentazione astensioni dalle attività giudiziarie dei magistrati onorari di tribunale sottoscritto dalla Federazione magistrati onorari di tribunale, valutato idoneo dalla Commissione di garanzia con deliberazione n. 03/34 del 20 febbraio 2003, pubblicato nella G.U. n. 58 del 11.3.2003.
Disattendendo indicazioni provenienti dalla Commissione europea, dal Consiglio d’Europa, dal Consiglio di Stato, dal CSM e dalle Commissioni parlamentari, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo, voluto dal Ministro Orlando, che condanna i magistrati onorari ad altri quattro anni di precariato, senza il riconoscimento di una retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del lavoro svolto, parametrata, come invece impone la normativa comunitaria, a quella percepita dal personale di ruolo.
I magistrati onorari si erano proposti di abbattere l’arretrato giudiziario operando full-time nei tribunali; la riforma li relega invece in una condizione di grave disagio economico e impedisce il loro pieno utilizzo, con la pretestuosa motivazione che essi devono potersi dedicarsi anche ad altra attività lavorativa.
I magistrati onorari avevano proposto forme di recupero dei fondi necessari a riconoscere un giusto ed equo trattamento economico, ma il ministero ha volutamente ignorato il suggerimento, per trincerarsi dietro una carenza di bilancio inesistente quanto la voglia di risolvere veramente i problemi che attanagliano la giustizia italiana.
Ecco così attuata quella cattiva amministrazione dell’interesse pubblico che il Ministro Orlando aveva invece imputato pochi giorni addietro alla Segreteria del proprio Partito, commentandone l’evidente sconfitta elettorale, mostrando lui stesso invece una debolezza verso i poteri forti nazionali e una colpevole leggerezza verso i moniti sovranazionali in merito alle guarentigie della magistratura onoraria, con buona pace delle disfunzioni generali che tale approccio produce.
Non può sottacersi la grave violazione dei moniti suddetti in materia di previdenza e diritto alla maternità e malattia, colpevolmente negata ad una categoria di professionisti a cui invece si chiedono persistenti e sempre maggiori sacrifici, sottoponendoli a valutazioni quadriennali, individuazioni di obiettivi e responsabilità disciplinari non graduate.
Gli appelli dei capi degli uffici giudiziari a tutelare tale preziosa categoria non sono valsi a ottenere un cambio di rotta del Governo: in Italia è vietato – lo si è capito – attuare riforme razionali, che salvaguardino gli interessi dei cittadini.
La preoccupazione del Ministro di salvaguardare lo status quo si è poi magicamente iscritta nel quadro di intenti di quella magistratura associata incapace di guardare oltre le contingenze attuali, di ascoltare i procuratori della Repubblica, di capire che la valorizzazione della magistratura onoraria costituisce l’unica via credibile e possibile per rilanciare, in uno con l’efficienza della giurisdizione, la credibilità dell’intero ordine giudiziario e del modello democratico voluto dai Padri costituenti.
Si vagheggia da parte dell’ANM un ufficio del processo in cui solerti funzionari (da reclutarsi nell’arco di 4, 6, forse 10 anni?), coadiuvino magistrati sempre più oberati di lavoro, immaginandoli come “dispensatori di lavoro per sottoposti”; non si percepisce la necessità di dare oggi e subito una risposta giudiziaria credibile alla domanda inevasa di giustizia, abbattendo con una risposta istantanea la corruzione percepita.
La delega legislativa rimane poi inutilizzata in materia disciplinare e in materia di mobilità territoriale dei magistrati onorari, condannati a restare nella sede di organica appartenenza in spregio alle più comuni esigenze di vita familiare e lavorativa, nonostante la sopravvenienza di nuove e irrazionali incompatibilità parentali territoriali.
Mentre la giustizia italiana rimane fanalino di coda dell’area OCSE, il Governo continua a impedire il coinvolgimento full-time della magistratura onoraria nell’esercizio della giurisdizione.
Prevale, sull’esigenza di assicurare il rilancio della giustizia ordinaria e di aumentare la potenza della relativa risposta giudiziaria, la preoccupazione del tutto irrazionale di certa parte della tecnostruttura ministeriale di cassare come impraticabile qualsiasi ipotesi che valorizzi la magistratura onoraria.
Ai magistrati di ruolo che producono già al massimo delle proprie possibilità, si nega l’apporto di chi possa in parte sgravarli degli adempimenti e dei processi forse meno rilevanti ma non meno soverchianti e incidenti sulle statistiche nazionali complessive, se non in una ottica “ancillare” poco utile alla luce delle professionalità acquisite.
Siamo quindi di nuovo in sciopero per sostenere, ancora una volta, la nostra inascoltata proposta di divenire affidabile supporto per i magistrati di ruolo, svolgendo a tempo pieno o almeno correttamente remunerati la nostra funzione, così garantendo ai cittadini, fin troppo trascurati da questo Ministro della Giustizia, le giuste e doverose tutele in ogni sede giudiziaria civile e penale.
Ciò premesso, nel richiamare e rinnovare le considerazioni già espresse in occasione dell’ultima astensione, le sopracitate associazioni dei magistrati onorari
proclamano
l’astensione dei giudici onorari di tribunale e dei vice procuratori onorari in servizio nella Repubblica dalle udienze civili e penali e dalle altre attività d’istituto dal 26 al 29 luglio 2017, ai sensi del paragrafo n. 1 del Codice di Autoregolamentazione pubblicato nella G.U. n. 58 dell’11 marzo 2003.
Invita al contempo il Consiglio Superiore della Magistratura, la Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati, i Capi degli uffici giudiziari, gli Organismi e le associazioni forensi e le Associazioni dei consumatori a voler prendere posizione in ordine a quanto richiesto dai magistrati onorari – ossia il mero proseguimento del rapporto di servizio, inteso come rapporto tendenzialmente full-time, sino all’età pensionabile e la riqualificazione economico previdenziale – fermo restando l’assoluto rispetto della prevalenza funzionale della magistratura di ruolo, tra cui la progressione economica e di carriera, l’elettorato attivo e passivo presso gli organi di autogoverno, la titolarità delle funzioni di coordinamento, presidenziali, semi-direttive e direttive.
Per delega dei presidenti delle associazioni aderenti
Il Presidente vicario FEDERMOT
Raimondo Orrù