Concorso 2016: Miur ammette. Abbiamo bandito posti che poi abbiamo lasciato alla mobilità straordinaria

Vincitori del concorso al palo, beffati, privi di ciò che gli spetterebbe di diritto. E ora si capisce il perché. Dal Miur, in esecuzione dei contratti sulla mobilità siglati coi sindacati rappresentativi, in ossequio a disposizioni di legge. Ma non è vero. L’Anief infatti ribatte e afferma che il 100% dei posti per i trasferimenti non può riguardare posti già promessi e finanziati in base a numeri predeterminati per regione e classi concorsuali. I casi di docenti presi di mira si rincorrono, come ad esempio quello, per primaria in Sicilia, di vincitrici che si sono già rassegnate a ricorrere al giudice del lavoro. Serve subito una soluzione politica con l’aumento degli organici e la trasformazione di tutti i posti in organico di diritto.

“Quando si bandisce un concorso – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – c’è chi vince e c’è chi perde, ma no a Viale Trastevere dove non la pensano così da parecchio. Già nel precedente concorso 2012, infatti, dal Miur sbagliano a fare i conti a Roma e dopo il triennio di vigenza delle graduatoria di merito (come recita la legge 107/15), entro il quale dovevano essere assunti i vincitori secondo una previsione ministeriale del Miur, certificata dal Mef e bollinata dalla Presidenza del Consiglio sul bisogno di organico, il Parlamento mette una pezza consentendo il rinnovo della vigenza delle stesse graduatorie e la possibilità di essere assunti fuori regione”.

“Ebbene, ancora oggi – afferma il presidente Anief – alcune vincitrici di quel concorso sono fuori o sono state assunte in regioni diverse rispetto a quelle dove hanno vinto, tanto da chiedere ai legali Anief giustizia, nel silenzio delle altre organizzazioni sindacali. Ora la situazione si ripropone, con dolorose certezze, ancora una volta, perché dopo due anni le vincitrici del concorso 2016, come diversi vincitori di altre classi concorsuali, non trovano più il posto bandito; sono a volte primi in graduatoria e purtroppo devono assistere alle assunzioni di altri, perché i loro posti sono stati offerti alla mobilità straordinaria prevista dalla legge 107/2015, con l’accordo dei sindacati rappresentativi”.

“Che fare dunque? Sperare nei miracoli oppure chiedere ai giudici del Tar una censura netta, così come hanno optato in molti, affidandosi ai legali dell’Anief? Noi siamo con loro e continueremo a batterci nei tribunali: a settembre avremo la risposta, se esiste ancora una giustizia”, conclude il sindacalista autonomo.