Attentato di Barcellona: è ora di dire chi sono i veri colpevoli

Oltre al dovuto cordoglio per le famiglie delle vittime, non possiamo per l’ennesima volta limitarci alle solite raffazzonate e ripetitive analisi. (Abbiamo usato le stesse parole dopo le stragi di Parigi, di Londra, di Nizza, e di Berlino). Stupiti e nauseati dall’abitudine con cui cominciamo a vedere il sangue ovunque, crediamo sia necessario a questo punto ribadire subito alcuni punti fermi.
1. Le origini del terrorismo islamico (a partire dai mujaidin afghani contro l’Armata Rossa per finire alle cosiddette “primavere arabe) sono frutto di azioni sconsiderate dell’Occidente, come ha recentemente “confessato” Hillary Clinton. Non riconoscerlo e rinnegarlo diventa un suicidio.
2. L’imperialismo USA e UE (quindi anche dei diversi Governi spagnoli degli ultimi anni, e della famiglia reale spagnola) continua imperterrito a saccheggiare risorse prime dai paesi poveri del mondo, esportando guerra e finanziando (tramite paesi suoi alleati come l’Arabia Saudita) il terrorismo dell’Isis. Altro che “esportazione della democrazia”.
3. Gli ultimi bastioni di Stati laici (ieri la Libia di Gheddafi oggi la Siria di Assad) sono stati sottoposti a devastanti golpe i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.
4. Le possenti migrazioni , dovute a guerra ma anche molto alla fame e alle condizioni di vita, sono funzionali, per l’Unione Europea e la globalizzazione capitalistica alla costituzione di un “esercito industriale di riserva” teso a cancellare i residui diritti dei lavoratori nel continente europeo (è’ di poche ore fa la proposta di elargire 10mila euro per l’allocazione di ogni migrante).
In conclusione le uniche cose sensate che si possono auspicare sono: A) Fine di ogni intervento militare e di ogni finanziamento diretto o indiretto dell’Occidente alle formazioni estremiste islamiche. B) Rottura immediata di ogni relazione politica ed economica con i paesi che aiutano il terrorismo come Arabia Saudita e altri Paesi del Golfo. C) Istituzione di una legge italiana ed europea sul “salario minimo”, cioè nessun lavoratore (autoctono o straniero) può scendere al di sotto di un livello di salario prestabilito per legge, evitando così razzismo e guerre tra poveri. D) Fine dello sfruttamento e commercio diseguale delle materie prime tra Occidente e Terzo Mondo.
Tutto il resto è “fuffa” politica, in attesa della prossima strage oppure della terza guerra mondiale verso cui ‘galoppiamo’ velocemente.

Massimo Mauro
Segretario Generale Federazione Europea Partito Comunista