CONCORSI TRUCCATI, CODACONS: PRASSI NOTA DA SEMPRE A TUTTI NEGLI ATENEI ITALIANI

La vicenda dei concorsi truccati al centro di una inchiesta della Procura di Firenze, che ha portato all’arresto di 7 professori universitari per corruzione, induzione indebita e turbativa del procedimento amministrativo, è una prassi nota da sempre a tutti nel mondo accademico italiano. Lo afferma il Codacons, che ha seguito un caso analogo a Roma ottenendo giustizia in favore di una ricercatrice.
“Chi oggi, come il Ministro Fedeli, si scandalizza per i fatti di Firenze dimostra solo grande ipocrisia – spiega il presidente Carlo Rienzi – Nepotismo, favoritismi e corruzione sono all’ordine del giorno negli atenei italiani, già in passato sono stati portati alla luce scandali analoghi e chi è stato danneggiato ha ottenuto giustizia”.
Come il caso di una ricercatrice universitaria di agraria assistita dal Codacons la quale, nel lontano 1990, sostenne un concorso a La Sapienza per professore associato e venne ingiustamente bocciata. Ne scaturì un ricorso vinto sia al Tar del al Consiglio di Stato, dove i giudici riconobbero le gravi scorrettezze commesse dalla commissione esaminatrice, e un procedimento penale da cui emersero intercettazioni dal contenuto incredibilmente simile a quello portato alla luce dalla recente inchiesta di Firenze.
Ecco cosa diceva un professore ai propri colleghi per indirizzare il concorso in favore di alcuni candidati:
“PRIMA DI INIZIARE A LEGGERE QUESTA MIA VI SUGGERISCO DI STACCARE IL TELEFONO E DI CHIUDERE A CHIAVE LA PORTA DEL VOSTRO STUDIO. SI TRATTA DEL CONCORSO DI ASSOCIATO CHE VA AFFRONTATO CON IL MASSIMO IMPEGNO PER EVITARE SPIACEVOLI SORPRESE”;
“RITENGO CHE LA MIGLIORE STRATEGIA PER INDEBOLIRE IL ‘GRUPPO AVVERSARIO ‘ SIA QUELLA DI CHIEDERE AI COLLEGHI DEGLI STRATI B, C E D ANCHE UNA O PIÙ PREFERENZE. TUTTE LE PROMESSE VANNO POI VERIFICATE PUNTUALMENTE E CONTINUAMENTE CON INCROCI NON ‘SOSPETTI ‘”.
DATO CHE SE TUTTO VA BENE SARÒ IO A CONDURRE IL CONCORSO, PREFERISCO C. A G.”