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Non si ferma il credit crunch per le aziende italiane: i prestiti delle banche alle imprese, nel corso dell’ultimo anno anno, sono calati di oltre 42 miliardi di euro (-5,42%) nonostante l’aumento di oltre 8 miliardi dei finanziamenti a medio termine. A pesare sul calo è la diminuzione di oltre 23 miliardi dei finanziamenti a breve e di oltre 27 miliardi di quelli di lungo periodo. In aumento di 4,4 miliardi, invece, i prestiti alle famiglie, spinti dal credito al consumo (+7,8 miliardi) e dai mutui (+7,4miliardi), comparti che hanno compensato la riduzione di oltre 10 miliardi dei prestiti personali. In totale, lo stock di impieghi al settore privato è diminuito di 38 miliardi, passando da 1.409 miliardi a 1.371 miliardi. Oltre 3 miliardi al mese in meno ad aziende e cittadini. Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale le rate non pagate (sofferenze) sono calato: nell’ultimo anno si è registrata una diminuzione di 24 miliardi (-12,16%) da 197 miliardi a 173 miliardi. “L’andamento dei prestiti al settore privato, in particolare per quanto riguarda le aziende, continua a essere critico e perciò guardiamo con estrema preoccupazione alle nuove regole, appena annunciate, da parte della vigilanza della Bce sugli istituti di credito: si tratta un meccanismo perverso e folle che corre il rischio di farci assistere a una ulteriore restrizione delle condizioni di accesso alla liquidità da parte delle micro, piccole e medie imprese ” commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.