La Guardia di Finanza di Trento ha concluso l’operazione denominata “CADUCEO”, a tutela della correttezza della spesa pubblica in materia sanitaria, che aveva a suo tempo già consentito di segnalare all’A.G. 13 soggetti ritenuti responsabili di violazioni dell’art. 416, 640 e 483 c.p. (associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e al falso ideologico). Gli ulteriori elementi probatori acquisiti nel corso delle indagini sviluppate dal Nucleo di Polizia Tributaria di Trento e dirette dalla Procura della Repubblica di Rovereto, hanno consentito di richiedere e ottenere dal Tribunale di Rovereto il sequestro, per la futura confisca, di 43.739,69 euro, relativi agli indebiti rimborsi percepiti da undici farmacisti trentini denunciati anch’essi per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e al falso ideologico. In particolare, l’attività investigativa ha permesso di individuare un sistema di frode attuato da due farmacie di Mori (TN) e un Dispensario di Marco (TN) facenti capo a un’unica società, anch’essa con sede a Mori (TN), intestata ai proprietari delle farmacie. Gli artifizi e raggiri sono consistiti: – nell’aver richiesto all’Azienda Sanitaria per i Servizi Provinciali (ASPSS) rimborsi relativi all’avvenuta consegna a pazienti di farmaci e presidi sanitari in realtà mai consegnati a questi ultimi, ma trattenuti dalla farmacia e venduti in nero a terzi; – nell’aver utilizzato fustelle e codici a barre recuperati da altre confezioni già vendute ad altri clienti delle farmacie coinvolte; nell’aver richiesto a decine di pazienti di rilasciare autorizzazioni in bianco al ritiro dei presidi medici rilasciate dall’A.P.S.S., già sottoscritte per accettazione, consegnando poi però agli aventi diritto quantitativi inferiori di presidi medici, chiedendo il rimborso per l’intera quantità a loro spettante; La società di Mori (TN) che gestisce le due farmacie locali e il Dispensario farmaceutico, è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Rovereto per la responsabilità amministrativa derivante da reato, ai sensi degli articoli 24 e 24 ter del D.Lgs. 231/2001. Particolarmente preziosa, al fine di scoprire gli illeciti, è stata la collaborazione offerta dal Distretto Centro Sud dell’A.P.S.S. di Rovereto, presso il quale erano state notate le prime anomalie, e dagli ignari pazienti il cui nome era stato indebitamente “speso” negli atti per ottenere i maggiori rimborsi. L’attività investigativa si incardina nel più generale ambito operativo della Guardia di Finanza, che, quale esclusivo organo di polizia economico-finanziaria, è posto a tutela sia delle entrate che delle uscite dello Stato e degli altri Enti pubblici nonché quale baluardo dei diritti dei cittadini.