Il razzismo è ancora presente nella società e la conferma ci viene dal calcio, che ha il potere di amplificare orrori e degenerazioni. La vicenda nata dal grave fatto dei tifosi ultrà laziali che hanno oltraggiato la figura di Anna Frank, mette a nudo le difficoltà di un fenomeno popolare come il calcio che ancora fatica a veicolare valori e responsabilità. Questa è la deriva alla quale stiamo assistentendo, ed è per questo che la Uisp si appella alla Lega calcio di Serie A e chiede progettualità capaci di parlare soprattutto ai giovani e di tramettere con continuità valori positivi di inclusione, rispetto e antirazzismo. In una lettera aperta inviata ai vertici della Lega calcio, l’Uisp chiede di potenziare gli interventi destinati alla lotta al razzismo ed alla discriminazione: “Troppo spesso è proprio negli stadi che emerge questo tipo di razzismo, a volte negato – scrive l’Uisp – Il razzismo di alcune tifoserie è una storia lunga, in alcuni periodi più sotterranea, in altri più manifesta. Noi come Uisp, in quanto associazione di promozione sociale e sportiva, ci battiamo ogni giorno contro le discriminazioni e lo facciamo attraverso vari progetti e iniziative di carattere locale o di respiro nazionale e internazionale, come SportAntenne o Mondiali Antirazzisti. Crediamo sia giusto che anche le società calcistiche facciano con maggiore impegno la loro parte, non tanto con interventi spot dettati dalle emergenze, ma sostenendo e promuovendo progetti di carattere inclusivo di medio e lungo periodo”.
“Nel 2014 l’Uisp ha iniziato un percorso virtuoso insieme alla Lega Serie A, con il progetto “Il Calciastorie”, una proposta educativa rivolta agli studenti delle scuole superiori, con il coinvolgimento delle società di calcio e dei calciatori in prima persona, che si sono confrontati con i ragazzi proprio sul tema della lotta al razzismo. Il progetto aveva come elemento fondante la storia di Arpad Weisz, allenatore ungherese, di origini ebraiche, che in Italia vinse quasi tutto prima di finire ad Auschwitz, dove fu ucciso in una camera a gas. Un progetto riuscito, che è stato premiato anche come una delle migliori pratiche di sport ed integrazione dal ministero delle Politiche sociali e dal Coni, all’interno della call Fratelli di sport”.
“Questa interessante proposta educativa è stata sospesa per dare spazio ad altri meritevoli progetti di carattere sociale, per cui da allora i risultati del progetto, che ha coinvolto decine di istituti di scuola superiore in tutta Italia, rimangono ben visibili sul sito ma il Calciastorie attende ancora in panchina. L’Uisp è ha disposizione per riprendere quel percorso ed è certa che anche la Lega Serie A, dopo questa ulteriore emergenza razzista, sia disponibile a riprendere il cammino assieme a noi per arginare razzismo e xenofobia attraverso un progetto educativo di largo respiro”
Rilanciare il Calciastorie è, quindi, un modo per non dimenticare e per rispondere a quanto è accaduto non solo con critiche ed indignazione, ma con proposte operative e soluzioni concrete.