Mattarella – mine antiuomo e mine antimagistrato onorario – due pesi e due misure …

Occorre, pur dando atto della indubbia delicatezza e complessità della Presidenza della Repubblica, condividere le ormai non recenti considerazioni espresse da Luciani in un breve saggio reso in occasione del contestato "duumvirato" in tema di grazia, secondo cui l’organo costituzionale di cui è parola non spiega alcuna funzione di “negoziazione normativa”, sia pure nella più tenue forma della moral suasion (ex art. 74 Cost.), non stagliandosi esso certo quale alternativa alle assemblee rappresentative quanto e piuttosto assolvendo, sul punto, ad una lata funzione di moderazione di un parlamentarismo altrimenti puro.

Eppure l’osservanza della Costituzione è materia compartecipata ed il veto sospensivo (e riflessivo) evocato dal citato articolo, di cui Einaudi tra gli altri fece buon governo, ne è, ad avviso di chi scrive, chiaro indizio orientato quindi a consentire un sindacato sul merito costituzionale quantomeno negli aspetti ictu oculi più eclatanti.

Plaudiamo quindi all’attenzione con la quale l’attuale Presidente Sergio Mattarella ha vagliato il testo di legge, la cui iniziativa non si deve all’Esecutivo, approvato definitivamente dalle Camere il 3 ottobre scorso e relativo al divieto di finanziamento alle imprese produttrici delle cd mine antiuomo; nel rimettere alle Camere, infatti, tale legge, perché provvedano a nuova deliberazione, il messaggio dubitava della compatibilità con il dettato dell’articolo 3 della nostra Costituzione.

Vi è rammarico, d’altro canto, per come identica sensibilità non sia stata esibita nella disamina del provvedimento recante la riforma organica della Magistratura Onoraria, di iniziativa governativa, definitivamente approvato lo scorso agosto, in relazione al quale erano stati sollevati ben tredici profili di incostituzionalità, alcuni dei quali involgenti i diritti fondamentali della persona, puntualmente delineati nel documento inviato dalle Associazioni di categoria e redatti sulla scorta delle valutazioni di esimi costituzionalisti, di numerosi Capi di Uffici giudiziari e delle Commissioni parlamentari Bilancio, Giustizia e Affari Costituzionali.

Nell’ignorare de plano le gravi criticità evidenziate, si è così promulgato un provvedimento contenente esso stesso mine antiuomo. Le vittime sono oltre 5000 magistrati onorari in servizio ed al servizio di uno Stato che ha reso di diritto positivo un trattamento indegno. È recentissima la mozione del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento – che si unisce ad iniziative regionali di identico segno del Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Campania, Marche, Abruzzo, Umbria e Sardegna – con cui si sono impegnate le rispettive Giunte ad "attivarsi" presso il Governo, ciò prima del prossimo 22 novembre, data in cui la Commissione Europea si pronuncerà affinché si emendi la riforma in oggetto come del resto già sollecitato dall’Unione Europea anche attraverso l’inequivoco giudizio espresso dalla Presidente della Commissione Petizioni Cecilia Wilkström.

Il presidente Federmot
Raimondo Orrù