Post voto – punti di (s)vista soggettivi

Preg.ma direzione editoriale,
sottopongo alla cortese attenzione della testata in indirizzo alcune riflessioni che confido possano ricevere spazio – possibilmente – integrale. Toccherò cinque punti in distinti paragrafi argomentativi.
ASTENSIONE
La forte astensione registrata, anche in questa occasione, per le elezioni regionali è un chiaro indice di sfiducia nella politica e nelle istituzioni.
Il dato dovrebbe indurre le forze e le realtà sociali a recuperare la dimensione valoriale di partiti capaci di discussione tematica e di organizzazione nel territorio. Non si tratta di astrazione storica ma di necessità democratica.
La nostra Carta Costituzionale pone due problemi di non poco momento rimasti sostanzialmente irrisolti: 1) promuovere la partecipazione attiva; 2) resistere alle oligarchie sistemiche.
Il rimedio non può essere riposto in una social “dialettica” autoreferenziale, individualista e sentenzialista.
FORZA ITALIA
Forza Italia nella città e nella provincia di Messina ha ottenuto un ottimo risultato nonostante il partito sia commissariato. È un errore di lettura ritenere i voti di lista mera somma della vis propositiva dei singoli candidati.
Per le politiche e per le amministrative occorre ragionare da partito e da coalizione. Rimettere percorsi e scelte agli eletti sarebbe un grave errore di impostazione e prospettiva.
Occorre un congresso.
PROVE DI FORZA
Osservatori e commentatori acuti hanno denunziato un deficit di confronto sui programmi. Si è parlato di prove muscolari. Talvolta, ci si dimentica che – persino – a braccio di ferro occorre alla forza associare abilità tecnica, tempra nervosa e sentimento.
L’on. Nello Musumeci ha vinto perché la Sicilia gli ha riconosciuto (anzi tributato) onestà, visione, coerenza e competenza. Ciò che occorre per un buon governo della Sicilia. Occorre farsene una ragione.
L’on. Luigi Genovese ha vinto perché anche nel pacato silenzio si trova l’energia per gridare nel segreto dell’urna che la contumelia rafforza chi frappone un argine alla rabbia bavosa dei leoni della tastiera. Vi sono esperienze e testimonianze di diuturno impegno nella e per la polis che non vengono neppure scalfite dalle aggressioni verbali e scritte squadriste e “sfaciste”. Chiamatela pure clientela. Per me è voto di opinione … opinione meta-elettorale. Occorre farsene una ragione.
COMUNITÀ SCIENTIFICA
Il Direttore Generale della Università degli Studi di Messina prof. On. Franco De Domenico è stato eletto – in seno al PD – deputato.
Con tutta probabilità è stato sospinto anche (ma non solo) da chi lavorativamente ha avuto modo di apprezzarne le qualità umane e professionali. Ciò significa che l’Ateneo è divenuto di parte? No.
Continuerà ad essere la sede privilegiata del sapere e della ricerca a servizio come comunità scientifica della intera comunità.
NON ELETTI
Diversi deputati uscenti non sono stati rieletti.
Non condivido l’analisi di chi ha parlato di bocciature.
Se si guarda ai numeri (migliaia e migliaia di voti, messe di voti) si leggono patrimoni di relazioni, rapporti di amicizia, inviti a continuare, appoggi di stima, attestati di gratitudine.
Immaginate duemilacinquecento, cinquemila, diecimila persone in fila per apporre su una scheda il vostro cognome per comprendere quanto tempo sottratto alla famiglia, alla professione, al tempo libero credendo di poter offrire un contributo, di poter lasciare un segno, di poter risolvere un problema per ciascuno e per tutti. Da non candidato mi emoziono per chi non è stato eletto non per demerito ma per virgole percentuali.
Spero che non si replichi in maniera infantile dicendo che la stessa emozione occorre rivolgerla al dramma di chi non lavora, lascia la propria terra, è deprivato dalla insipienza della classe dirigente di opportunità. Sto ovviamente dalla parte di chi invoca sviluppo, crescita, occupazione e dalla parte di chi denunzia il mancato investimento sulla strategica posizione e incommensurabile bellezza della nostra terra sfregiata da chi non ha perseguito il c.d. bene comune.
DI CENTRO
Chi storicamente ha incarnato una politica di centro (talvolta, avvitato nella logica della difesa oltranzista dei più forni) appare ridimensionato dalla appena conclusa competizione elettorale.
Tuttavia, resto un inguaribile sostenitore della attuale opportunità che sensibilità di governo trovino formule di sintesi – in programmi chiari, intellegibili, concreti nel fare – per contrastare derive anarcoidi.
Questo, a maggior ragione, se penso al timone e alla rotta della nostra città.
Qualche tempo fa, avevo suggerito al Presidente dell’Ars di mettere in mora i partiti e invitare i consiglieri comunali a votare la sfiducia al Sindaco offrendo disponibilità per guidare il Comune di Messina senza attendere la fine della legislatura. Suggerimento non accolto per tempo.
Continuo a sostenere che in una prossima giunta profili di apice di matrice popolare e liberale, anche con storia parlamentare massimamente significativa, possano rappresentare cifra differenziale politico-amministrativa per una rinascita agognata.

Emilio Fragale