Il virus del fascismo

di Roberto Malini

Il fascismo è multiforme. Appare e riappare quando vi è insoddisfazione, paura, incertezza. Si presenta come una forza che viene dal popolo, dalla frustrazone di chi ha perso la speranza nei partiti e nei movimenti. Propone un modello di diritto, di unione sociale, di riscossa economica e morale, persino di sentimento. Non usa la forza finché non si sente abbastanza forte. Prima di quel momento semina timori e ansie. E si nutre di passioni, di divisioni, di ambizioni. Cerca di far sì che i cittadini si sentano abbandonati e traditi da tutti, raccoglie le loro istanze e propone una serie di nuovi ideali. Il suo volto si atteggia ad amico della gente, paladino del suo desiderio di giustizia e sicurezza. E’ simile a un virus e colpisce il sistema immunitario della civiltà. Trasmette la sensazione di aprire spazi a tutti coloro che hanno sete di verità e di riscatto, in nome di ideologie che di umano, civile e innovativo hanno solo la facciata, la maschera. Chi lo abbraccia ha la sensazione di trovarsi in una schiera di giusti e a poco a poco, senza accorgersene, inizia a odiare chi è diverso, a odiare chi non fa un atto di fede verso le ideologie che promuove, a non riconoscere più la libertà. E’ fondamentale riconoscere i segni del fascismo che avanza e difendere i valori che annienta progressivamente, in un’atmosfera che, nella fase iniziale, non è caratterizzata da fanatismo e crudeltà, ma da condiscendenza e indifferenza.