Altro che e-commerce. Otto italiani su dieci scelgono ancora i canali fisici (e la libreria) per i libri: il 76% di chi ha letto almeno un libro («di qualsiasi genere – anche parzialmente -, come ad esempio un romanzo, un giallo, un fantasy, un saggio, un manuale, una guida di viaggio o di cucina, ecc. su carta o in formato digitale o audiolibro) nei 12 mesi precedenti ha fatto l’acquisto di un libro in libreria. E si conferma il canale più utilizzato da tutti i target di lettori: giovani, adulti, anziani. E’ quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE) sui consumi culturali realizzato in collaborazione con Pepe Research su un campione rappresentativo della popolazione italiana (oltre 4.000 interviste), presentato oggi a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria, in programma fino al 10 dicembre al Roma Convention Center La Nuvola.
Così semplice da sembrare una rivoluzione: l’indagine evidenzia la centralità della libreria fisica, in anni in cui la narrazione sembra fare dell’eCommerce il padrone assoluto e incontrastato dell’acquisto di libri.
“La ricerca – ha sottolineato Gianni Peresson, responsabile Ufficio studi AIE – evidenzia un aspetto non meno importante. Non si sceglie più di comprare solo in una libreria di catena o in Gdo; in una libreria indipendente o in uno store on line. Il lettore italiano è un cliente avveduto che sa scegliere i benefit più adatti. E che non sono sempre, solo lo sconto. È un lettore con una spiccata multicanalità nell’acquisto dei libri di carta: gli store on line non escludono la libreria, e le fiere e i festival non escludono il banco libri della grande distribuzione. Questo ci dice che dobbiamo ragionare sempre più in logiche complessive di “sistema distributivo, di ricerca di politiche e di una efficienza complessiva”.
Per le librerie la scelta del lettore si orienta verso le librerie di catena nelle grandi città (57%) o quelle situate nelle gallerie dei centri commerciali (21%). Staccate, ma sostanzialmente con valori simili, le librerie indipendenti (16%) o che trattano anche l’usato (17%).
L’e-commerce certo riveste una quota importante (29% delle indicazioni) ma non rappresenta (ancora) il canale principale attraverso cui il lettore si procura i libro. È più spesso utilizzato per l’acquisto di libri cartacei da chi compera anche ebook. È addirittura superato da «regalo e prestito» (43%). Un insieme di comportamenti che portano alla lettura del libro legati a comportamenti “emotivi” e “relazionali” molto forti: prestito personale, amicale, bibliotecario, regalo, in piccola parte bookcrossing, ecc.
Il banco libri della grande distribuzione organizzata (comprende in questa prima fase di elaborazione, cartolibreria ed edicola) – canali e punti vendita con grandi potenzialità di intercettare un pubblico di deboli e occasionali lettori – segue con il 25% delle indicazioni.
Colpisce invece il 4% di lettori che dichiara di aver comprato libri in occasione di Saloni del libro e Festival letterari. Può sembrare (in valori percentuali, poca cosa) ma in proiezione potrebbero rappresentare circa 900 mila italiani. E probabilmente persone «alto-spendenti». L’evento, il sentirsi coinvolti in una «comunità» di lettori, di appassionati di un certo autore o di un certo genere rappresenta l’elemento che favorisce questi comportamenti.
“Indagini di questo genere, che fanno parte di un Osservatorio molto più ampio sui consumi editoriali, l’uso delle tecnologie e dei device – ha commentato Diego Guida, presidente del Gruppo Piccoli Editori di AIE – sono molto importanti. Sono analisi che ci offrono uno strumento conoscitivo a 360 gradi sui cambiamenti a cui le nostre imprese sono chiamate: ci confermano che per gli editori l’e-commerce è un canale da cui non possiamo prescindere ma che le librerie, e le nuove generazioni di librai, continuano a conservare la loro capacità di attrazione pur in un contesto di cambiamenti dei modi di leggere e comprare dei lettori”.