“Il mancato finanziamento del contratto del personale dipendente e del personale convenzionato – scrive la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni – non consente la sottoscrizione dei rinnovi e mette a rischio la sostenibilità del livello di servizi previsti dai nuovi Lea”.
Questa affermazione fatta da istituzioni, quali le Regioni Italiane – commenta l’Anaao Assomed – dà il senso, forse più delle nostre parole, di quanto i problemi della sanità italiana, dei suoi pazienti e dei suoi professionisti, siano lontani dalla legge di bilancio in esame alla Camera dei deputati. Ed andrebbero messe idealmente in testa allo sciopero nazionale dei Medici e dei dirigenti sanitari il 12 dicembre. Cittadini e dipendenti del SSN sono il bersaglio comune di una volontà politica che si è data altre priorità ed ha fatto altre scelte.
Potremmo continuare a elencare i bonus concessi dalla legge di bilancio, per un ammontare di 10 miliardi, a svariati gruppi sociali o anagrafici, ma temiamo di risultare noiosi a chi legge.
Tocca dire, però, che se una manovra da 20 miliardi non riuscisse a mettere a disposizione del contratto della dirigenza sanitaria risorse già nostre, e disponibili presso le aziende, del valore di poche decine di milioni, risulterebbe inspiegabile a chi è costretto ad uno sciopero nazionale dalla insensibilità arrogante di Governo e Regioni. Tanto più se, invece, trovasse 60 milioni, in risposta a pressanti sollecitazioni parlamentari, a favore dei professori universitari, “a titolo di compensazione del blocco degli scatti stipendiali disposto dalla L.122/2010”, come se fossero stati gli unici nel pubblico impiego a subire un tale blocco . Ma sarebbero gli unici a recuperare il maltolto.
Il Ministro della salute non può non interrogarsi, insieme con noi, sulla morale dei due pesi e delle due misure. E non vedere che la discriminazione del Parlamento non riguarderebbe solo noi, figli di un dio minore, ma metterebbe in discussione il suo ruolo e la sua politica.
“Una società che spinge i suoi membri a soluzioni disperate è una società che non funziona, una società da cambiare”. Questo sosteneva Franz Fanon. È dovere di ogni cittadino dirlo.
E noi lo diremo. Il 12 dicembre e dopo. Al Parlamento, al Presidente del Consiglio, che riconosce il debito del Paese verso i Medici, ma pensa di pagarlo con un grazie, ai suoi Ministri, ai partiti della sua maggioranza, ai Medici e dirigenti sanitari che stiamo chiamando ad uno scatto di orgoglio, ai cittadini.
#primadivotarepensallasalute.