Incidenti Stradali: oltre 3 mila morti l’anno, fermiamo la mattanza

“I numeri degli incidenti stradali sono un vero e proprio bollettino di guerra e la soluzione che viene data da decenni è sempre l’inasprimento delle sanzioni, che ormai è chiaro, non servono a nulla. Contro questa ecatombe che colpisce tantissimi dei nostri giovani occorre cominciare a creare una coscienza della sicurezza stradale, a partire dall’inserire nei programmi scolastici, sin dalle elementari i corsi di educazione stradale, almeno cerchiamo di salvare dalla mattanza le future generazioni!” ha dichiarato Alessandro Marchetti, Presidente dell’ANASPOL, l’Associazione Nazionale Agenti e Sottufficiali della Polizia Locale.

“Occorre poi obbligare i Comuni a utilizzare tutti i soldi delle multe” ha proseguito Marchetti “e non solo il 50% come avviene oggi, ad aumentare la sicurezza stradale: le strade ad esempio sono delle groviere piene di buche, causa del ferimento e del decesso di migliaia di motorini. I Sindaci mettano poi a disposizione i poliziotti locali nelle scuole, che dopo aver controllato le entrate e le uscite dei bambini, vadano dentro a spiegare quanto sia importante, per salvare delle vite, rispettare il codice della strada. Noi dell’ANASPOL lo facciamo già, in forma volontaria, gratuitamente e fuori dall’orario di lavoro, ma siamo una piccola goccia nell’oceano, serve l’impegno delle Amministrazioni.”

“Purtroppo non possiamo mettere un Agente in ogni auto che prima di far partire il veicolo controlla se il conducente sia in grado di guidare” ha concluso Marchetti “ma il Parlamento, ricordandosi che lo Stato spende poi 17 miliardi di euro l’anno in spese sanitarie e sociali, deve obbligare le case costruttrici ad inserire obbligatoriamente quei meccanismi informatici ed elettronici, tra i quali ricordo ricordo il riflessometro, che sono in grado persino di fermare o rallentare la velocità dell’auto se il conducente non mantiene un comportamento corretto. Le soluzioni ci sono e in pochissimo tempo potremmo forse più che dimezzare il numero dei morti e dei feriti, che dovrebbe essere l’unico, vero, obiettivo immediato.”