Canterò per sempre l’amore del Signore

Dal Salmo 89
Canterò per sempre l’amore del Signore

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».

di Ettore Sentimentale

Dopo 5 mesi abbondanti ritorna alla nostra attenzione il salmo 89, nei versetti iniziali e centrali, stralciati dall’intero salmo. Il contesto nuovo nel quale viene ripresentato è quello della prima lettura della messa (2 Sam 7,1ss) nella quale si annuncia la profezia dell’intervento favorevole di Dio sul casato di Davide, dal quale uscirà il Messia. Possiamo tranquillamente affermare che entrambi i testi si illuminano a vicenda e l’uno rimanda obbligatoriamente all’altro.
Il nostro inno si apre con un solenne impegno da parte dell’orante che esprime la propria fiducia nell’amore fedele di Dio, facendolo risalire alla promessa fatta a Davide (2 Sam 7,4-5). L’ouverture del salmo dà pure il tono a tutta la composizione, poiché l’autore presenta subito l’oggetto del suo cantico: la lode e il ringraziamento.
Come sarebbe bello se l’inizio del nostro parlare o scrivere riprendesse l’incipit del salmo! Magari sulla scia di Teresa di Lisieux che solitamente iniziava le sue riflessioni con le stesse parole (in latino) di questo cantico: “misericordias domini in aeternum cantabo”.
Il motivo per cui insisto, su questo inizio solenne e profondo insieme, è da rintracciare nel fatto che in una battuta il salmista presenta le due virtù “divine” (amore e fedeltà), tipiche dell’alleanza. Se leggerete l’intero salmo (53 versetti) vi renderete conto che proprio queste virtù fungono da filo conduttore di tutto il canto.
Ancora all’inizio, il testo presenta un significativo particolare linguistico laddove si legge “ho stretto un’alleanza” che nel testo ebraico suona “ho tagliato un’alleanza”. Perché? La versione originale, con questa “strana espressione”, richiama l’alleanza contratta con Abramo (cfr. Gn 15, 9-18) ricordando il rito del passaggio di Dio tra i corpi degli animali uccisi e tagliati in due.
Nei versetti finali della nostra selezione, il salmista esalta il rapporto paternità-filiazione, con chiaro riferimento (quasi letterale) a 2 Sam 7,14 (“Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio”) e una notevole differenza. Mentre lì l’espressione è riferita al discendente della casa di Davide, qui è detta di Davide stesso il quale invoca il Signore con una formula speciale di appartenenza: “mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Preghiamo questo salmo gustando il legame fondante fra Dio e noi grazie alla mediazione del Messia e ci scopriremo “figli nel Figlio amato”.