“Per accrescere la sicurezza dei cittadini, è necessario colpire il più grande motore di reati che possa esistere: la droga. I reati che discendono dalla dipendenza dagli stupefacenti sono tantissimi e avvengono quotidianamente, un esempio di scuola può darsi con i furti e le rapine eseguiti al fine di acquistare la dose giornaliera. A conferma della estrema rilevanza del fattore della droga, deve significarsi che conseguentemente al gran numero di reati connessi all’uso degli stupefacenti, abbiamo nelle nostre carceri un numero impressionante di detenuti tossicodipendenti. Dinanzi a questa realtà, e per rendere meno lesivo questo enorme motore di reati, dobbiamo anche ragionare per i ristretti tossicodipendenti, tramite un approccio totalmente diverso. Dobbiamo cioè ragionare con un approccio mentale per cui il reo tossicodipendente non solo va punito, ma proprio al fine di renderlo migliore una volta scontata la pena, esso deve essere anche curato nel migliore dei modi possibili. Inoltre, dinanzi all’affermarsi di una visione assai pericolosa, per cui ad esempio “farsi una canna”, risulterebbe essere un fatto di apertura mentale, quasi una cosa positiva, quasi un valore aggiunto, è necessario fare il più grande investimento sulla sicurezza che sia possibile fare in prospettiva, ovvero riaccendere l’attenzione sui pericoli dati dal consumo delle sostanze stupefacenti, attivare specialmente per i più giovani e nelle scuole delle grandi e martellanti campagne di sensibilizzazione contro l’utilizzo delle sostanze stupefacenti”. Così in una nota Giuseppe Maria Meloni, portavoce della nuova iniziativa denominata Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino.