SCUOLA – Sciopero scrutini, a febbraio molte valutazioni del primo quadrimestre salteranno

Entra nel vivo la mobilitazione contro le troppe trascuratezze attuate nei confronti del personale scolastico: dopo il riuscito stop delle lezioni dell’8 gennaio scorso, per via dell’assurda sentenza del Consiglio di Stato che ha escluso della GeE decine di migliaia di maestri con diploma magistrale, di cui 6mila addirittura già immessi in ruolo e per i quali non c’è altra soluzione che approvare un decreto d’urgenza ad hoc, l’Anief ha proclamato lo sciopero orario dei primi due giorni di scrutini aperto a tutto il personale (tranne ai maestri dell’infanzia non impegnati nelle valutazioni), a cavallo tra la fine di gennaio e la prima decade di febbraio, a seconda dei calendari previsti in ogni singola scuola.

Anief incita tutto il personale ad aderire alla mobilitazione: “Mai come oggi – spiega il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico, che è anche segretario confederale Cisal – occorre dimostrare alle famiglie la compattezza della categoria sulle questioni riguardanti il contratto, il precariato, la riapertura delle Graduatorie ad esaurimento e per coinvolgere tutto l’istituto. Si ricorda che lo sciopero è orario nella giornata degli scrutini e non prevede alcuna decurtazione perché in assenza anche di un solo docente lo scrutinio è rinviato automaticamente ad un altro giorno da stabilire”.

“Anche il secondo giorno di scrutinio – continua il sindacalista autonomo – si potrà scioperare, nell’arco di tempo della proclamazione. Nello sciopero, quindi, verranno coinvolti tutti quei colleghi che vanno in servizio quando ci si astiene dal lavoro. Con l’adesione si dimostra che senza supplenti e le nostre maestre le scuole non funzionano. E che le stesse non possono funzionare a queste condizione miserevoli di stipendio con aumenti ridicoli e probabilmente anche norme e sanzioni peggiorative. In base alle adesioni che stiamo raccogliendo, anche per questa tornata di scioperi si prevede una grande adesione, specie nel Nord Italia, dove le maestre sono praticamente entrate in uno stato di mobilitazione permanente immediatamente dopo aver preso atto della sentenza dell’adunanza plenaria facente capo al Consiglio di Stato. Non è possibile – conclude Pacifico – che abbiamo dei docenti buoni, anzi indispensabili, a sostenere gli scrutini e che poi, gli stessi, possono essere cacciati via da una decisione del genere”.

Anief ricorda che il dirigente scolastico non può rinviare nella stessa giornata di qualche ora lo scrutinio in prima convocazione e che eventuali riunioni precedenti sugli scrutini prima del 29 gennaio devono essere ratificate ufficialmente nei giorni dello sciopero e quindi saranno rinviate. Allo scioperò potrà aderire anche il personale Ata, anch’esso solo in relazione ai momenti in cui si svolgono gli scrutini. Tutti i docenti potranno partecipare: la ferma richiesta di riapertura delle GaE, per la quale il sindacato ha presentato una proposta formale – attraverso un decreto legge apposito – a tutte le istituzioni coinvolte, riguarda infatti anche i laureati in Scienze della formazione primaria e gli abilitati TFA e PAS. Poi, ci sono altri diversi nodi mai sciolti – contrattuali, organizzativi, legislativi – che riguardano il personale tutto, anche di ruolo.

Il 23 marzo si replica, in occasione dell’insediamento delle nuove Camera: in quella stessa giornata è prevista una nuova manifestazione a Roma davanti al Parlamento, a cui parteciperanno anche altri sindacati. Ma la protesta continua ogni giorno, con sit-in spontanei organizzati in varie piazze italiane. Tra le motivazioni del forte malcontento della categoria figura l’ostinazione nel tenere chiuse le GaE e il perpetrare del precariato di personale selezionato e abilitato che attende anche da decenni di essere assunto a tempo indeterminato; poi c’è la richiesta dello sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale che costringe il sindacato a patrocinare i ricorsi in tribunale, il cui congelamento mantiene gli stipendi del personale pubblico sotto la soglia della tollerabilità. Infine, fa scalpore il mancato adeguamento del contratto alla normativa comunitaria.