Elezioni 2018: la sanità espulsa dalle liste

Le liste dei candidati al parlamento per il PD, che è stato il perno degli ultimi tre governi, escludono la maggior parte di coloro che si sono occupati di sanità nella legislatura appena conclusa ed in quelle prece-denti, commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise. Fuori la capogruppo nella Commissione sanità della Camera e a rischio la Presidente di quella del Senato, fuori parlamentari storici difensori della sanità pubblica, fuori gli autori di una delle poche leggi di iniziativa parlamentare, in una legislatura a ruoli invertiti in cui il governo scriveva leggi che il Parlamento approvava con il voto di fiducia, attesa da 15 anni in un settore come la sicurezza delle cure e la responsabilità dei professionisti.

Di fatto, come è stato fatto rilevare, sono state escluse persone serie e competenti, senza alcun riguardo per la quantità e la qualità dell’impegno profuso e per i suoi risultati, per aprire ad un “ricambio fisiologico” costituito da figli di, nipoti di, amici di, in qualche caso corredati di avvisi di garanzia, rinvii a giudizio, condanne. In un clima di veleni, lacrime, delusioni ed illusioni, i candidati eccellenti sono stati collocati nei collegi uninominali, senza resistere al fascino indiscreto del paracadute, meglio se più di uno. Più di ogni analisi sociologica, questo quadro spiega astensionismo, disaffezione e la crescente separazione tra go-vernanti e governati, che si prendono la rivincita nelle urne.

La decisione, poi, del Partito Democratico di lasciare fuori il proprio responsabile del Dipartimento Sanità, che da mesi sta coordinando i lavori per la stesura del programma per le elezioni, è stupefacente. Delle due l’una: o non interessa la materia, ed allora il programma è solo uno specchietto per le allodole, o non si ha fiducia in chi è stato chiamato a prepararla, ed allora non si vede perché affidargli l’incarico solo pochi mesi fa.

Se qualcuno aveva dei dubbi è servito: la sanità pubblica, e quindi la salute degli italiani, non è stata nell’agenda del governo in carica perché non era nell’agenda del partito di maggioranza. Che, forse, nem-meno si è accorto che il suo Governo ha preferito scommettere contro se stesso investendo i soldi dei libretti postali nella sanità privata e dare spazio a secondi e terzi pilastri, piuttosto che finanziare il SSN. Il PD ha perso la salute. E la prognosi rimane riservata.

La nuova legislatura non promette alla Sanità niente di meglio di quella che si è chiusa. I professionisti dovranno costituire senza sponde, da soli, in un rinnovato rapporto con i cittadini, l’ultimo baluardo di fronte all’assalto portato al sistema sanitario a 40 anni dalla nascita. I politici hanno la memoria corta e pensano che lo stesso accada ai cittadini, ma probabilmente si illudono.
#primadivotarepensaallasalute