"Le agenzie coinvolte nell’Operazione ‘Game Over’ sono tutte quelle che facevano capo a una società maltese di nome Phoenix che noi riconduciamo a Bacchi, il nostro principale indagato". E’ quanto ha detto ad Agimeg il dottor Rodolfo Ruperti, capo della squadra mobile di Palermo in merito all’operazione che in queste ore ha portato all’arresto di 31 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, riciclaggio, auto riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di scommesse ed alla truffa ai danni dello Stato e traffico di stupefacenti. Il personaggio chiave dell’inchiesta è appunto “Ninì” Benedetto Bacchi, imprenditore italiano impegnato nel settore giochi e scommesse. "L’indagine al momento non può dirsi conclusa, è ancora in corso. Bacchi era l’imprenditore esperto nel settore, originario di Partinico, località in cui opera una cosca il cui capo era Nania. Quest’ultimo proteggeva Bacchi, nel senso che era una sorta di socio occulto. Attraverso Nania Bacchi è riuscito ad ottenere i contatti dei capi dei mandamenti mafiosi palermitani ed è riuscito ad espandere la sua attività commerciale. Il vantaggio era reciproco: lui pagava Cosa Nostra e Cosa Nostra gli permetteva di allargarsi sul territorio con più punti e più agenzie", ha aggiunto. "Le agenzie non riguardano il solo territorio di Palermo. Bacchi è arrivato ad avere sino a 800/900 agenzie. In questo momento stiamo sequestrando in tutta Italia nuove agenzie che Bacchi aveva creato sfruttando questo marchio con proprietà maltese dal nome Phoenix", ha concluso.