Sul contratto della scuola, sottoscritto all’Aran il 9 febbraio, la verità sta venendo a galla: con il passare delle ore, gli aumenti medi di 85 euro, considerati dai sindacati Confederali come una conquista di cui andare fieri, stanno assumendo la vera consistenza. Perché, come ha denunciato l’Anief, si tratta di cifre lordo dipendente, da cui decurtare almeno il 35% medio, quindi si tratta di incrementi reali netti che vanno dai 55 ai 71 euro netti. Qualora, invece, quelle somme indicate si riferiscano al netto del lordo Stato, quindi da dividere per 1,3838, poiché soggetto ad ulteriori ritenute fiscali e previdenziali, il discorso cambia. Perché, applicando il coefficiente si scenderebbe subito a meno di 62 euro e poi, tassando la quota sempre del 35% medio, la cifra finale netta si attesterebbe attorno ai 40 euro mensili medi.
Anche la Flc-Cgil, la Cisl scuola e la Uil scuola, pur se con colpevole ritardo, ora ammettono che le decurtazioni ci sono e non sono affatto ridotte: “nelle tabelle – scrivono in un comunicato – non si mettono i netti – non si sono mai messi – visto che le ritenute di legge, in particolare quelle fiscali (nazionali e locali) variano in base alle situazioni personali. Ma si può dire che in media sono del 32%”.
Considerando anche gli arretrati-mancia del biennio 2016-17, collocati tra i 271 e i 412 euro, la teoria dei numeri gonfiati rischiava di rivelarsi un boomerang: quando, tra qualche settimana, il personale si sarebbe trovato in busta paga degli incrementi stipendiali fortemente inferiori, i Confederali non avrebbero fatto proprio una bella figura. Tuttavia, le stesse organizzazioni sindacali non chiariscono ancora se gli aumenti sono al lordo dipendente o al lordo Stato: si tratta di un “particolare” rilevante, perché nel secondo caso si applicherebbe una decurtazione ulteriore del 15%. In ogni caso, si confermano le indicazioni fornite sin da subito dall’Anief.
Come si conferma un altro aspetto stipendiale su cui da tempo si sofferma esclusivamente l’Anief. Quello dell’indennità di vacanza contrattuale: sempre secondo Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola “non verrà defalcata, ma si aggiungerà agli aumenti conseguiti e che riguardano il triennio 2016-18”. Peccato che quell’indennità piena si potrà recuperare solo con apposito ricorso.
“È la conferma – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – che la nostra linea è corretta: solamente se si vince il ricorso per recuperare l’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale proposto da Anief e gratuito per gli iscritti si avranno molti più soldi. A pensarci bene, i sindacati che hanno firmato questo contratto indegno, dopo tanti anni di blocco, non potevano fare di più, alla luce della scarsità degli stanziamenti governativi: quello che potevano certamente fare, però, era non sottoscriverlo. Per poi anche presentarlo come un ottimo risultato: sicuramente per loro, ma non per i lavoratori che gli hanno conferito il mandato”.