Sulla Variante: tempo scaduto, ma per colpa della Giunta

Sulla Variante di Salvaguardia siamo arrivati all’ultimo atto. Nei prossimi giorni la proposta della Giunta approderà in Consiglio comunale per l’adozione, vedremo quindi cosa succederà.
Quello che è già successo, invece, lo si può raccontare: la storia della Variante cosiddetta “Salvacolline” è il paradigma dell’azione amministrativa della giunta Accorinti, in quanto caratterizzata da improvvisazione, pregiudizio, litigiosità, autoreferenzialità. Una storia che ha messo d’accordo tutti: ordini professionali, associazioni di categoria, esponenti della società civile, tutti hanno criticato per il metodo e nel merito, questo provvedimento dell’Amministrazione. E se si è arrivati solo adesso alla fase finale ed in questo clima di discordia, la principale responsabilità è dell’Amministrazione stessa.
A partire dalla pervicace ostinazione dell’assessore De Cola nel rifiutarsi di richiedere l’assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), che ha provocato una bocciatura da parte della Regione, una riabilitazione dal TAR ed un ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa. Un balletto surreale che ha causato ritardi e lungaggini nell’iter del provvedimento.
E non vanno dimenticate le frequenti polemiche ed i contrasti col Genio Civile, primo tra tutti quello sulla microzonazione sismica. Il Genio Civile aveva chiesto che si effettuassero gli studi di microzonazione sismica di secondo livello,che costituiscono una importante monitorizzazione per un territorio ad alto rischio sismico come il nostro, ma tale ragionevole richiesta ha incontrato la più ferma resistenza da parte dell’Assessore al ramo.
Per non parlare della secretazione degli atti della Variante. L’Amministrazione con motivazioni discutibili ha deciso di rendere segreti i contenuti della Variante, consentendone la visione solo ai consiglieri comunali, i quali non essendo esperti della materia, privi dell’ausilio di tecnici che possano loro illustrare le scelte operate dall’amministrazione, non sono nelle condizioni di poter esercitare il ruolo che la legge loro riconosce e cioè di valutare consapevolmente gli atti del PRG.
Scelta arbitraria, se non illegittima, perché in nessuna delle leggi regionali o nazionali, leleggi regionali 78 del 1971, 22 del 2008, ed 11 del 2015, il Dlgs 33 del 2013, le Circolari dell’Assessorato del Territorio del 19 maggio 2015 e del 19 gennaio 2018, si prescrive la secretazione degli atti, bensì si invita alla riservatezza, che è cosa differente.
Di conseguenza, a causa di questa iniziativa “discrezionale”, quindi politica della Giunta, il Consiglio Comunale rischia di dover votare un piano urbanisticoal "buio".
Non dimentichiamo poi la polemica sul Ponte: il dirigente dell’ufficio Piano, ovvero il progettista della Variante, quindi non uno che passava lì per caso, nella relazione tecnica dichiara la contrarietà all’infrastruttura. Anche questa, quindi, scelta politica della Giunta.
Adesso, arrivati all’ultimo capitolo di questa “saga”, sono i consiglieri comunali ad essere chiamati a fare una scelta, anch’essa politica, che non può essere procrastinata ulteriormente.
E questa, a nostro giudizio, può essere una sola: quella della bocciatura della Variante.