Esser dal cielo sceso a miracol mostrare

Raggiungo p. Giuseppe Di Bella (per tutti “don Peppino”) presso la parrocchia di S. Nicolò di Melia, dopo aver percorso la Strada Provinciale 11, piena di tornanti, pareti a strapiombo, gallerie scavate nella roccia e piacevoli scorci naturali. Mi annuncia la sua collaboratrice domestica e vengo accolto con molta delicatezza dal “vocione” del mio interlocutore: “Fratello mio, entra. Accomodati!”. Mi ritrovo dinnanzi a un prete dai contorni fisici simili a un “armadio” a due ante, dal carattere “effervescente naturale” (prima dell’acqua!), dal sorriso disarmante, dallo sguardo profondo e limpido. Cominciamo così a chiacchierare, seguendo più o meno il solito schema.

Peppino, da quanti anni sei parroco qui?
Cinquantanove anni.
Quali le esperienze precedenti, soprattutto giovanili?
Vice parroco senza nomina, Santa Maria del Carmelo Roccalumera 7 01 1958 – 27 09 1958. Cappellano presso l’Istituto Ancella Riparatrici di Santa Teresa di Riva 03 02 1958 – 10 08 195. In contemporanea al mio ministero di parroco ho insegnato Religione dal 05 10 1966 al 31 08 1992, prima a Messina alla Media Don Luigi Orione e Giorgio La Pira (12 anni), poi all’Istituito Tecnico Commerciale di Taormina (12 anni) infine al liceo Scientifico C. Caminiti di Santa Teresa di Riva e Giardini Naxos (2 anni).

Quali sono i tuoi interessi?
Cerco d’individuare quali siano quelli di Dio.

Qual è la tua formazione specifica (teologica e culturale)?
Quella di base scuole elementari. Poi le medie, il ginnasio e il liceo in Seminario quest’ultimo abbinato al triennio di filosofia. Quindi la Teologia in Seminario con i migliori docenti del mondo cattolico, completata alla Pontificia Università Lateranense con conseguimento della Licenza in Sacra Teologia ed il diploma di “de re pastorali peritus et idoneus ad docendam Theologiam pastoralem” e superamento degli esami dell’anno ‘ad lauream’. Ho frequentato il Primo anno di Storia Ecclesiastica alla Gregoriana e due anni di Giurisprudenza a Messina.

In questi lunghi anni di “parrocato” su cosa hai investito particolarmente le tue energie?

Su quello che solo il Signore sa.

In questo contesto sociale in cui tutti si conoscono, potrebbe sembrare superfluo istituire i consigli di partecipazione (Pastorale ed Amministrativo), ma ti chiedo lo stesso di fare il punto della situazione.

Ho fatto vari tentativi fin dalla prima ora che son pervenuto in questa parrocchia con scarsi risultati.

Forse si può dire la stessa cosa circa i “pilastri dell’azione pastorale” (carità, catechesi e liturgia)?

Sì, sono tutte cose che nel tempo ho curato. Ma ora ci si è ridotti al lumicino, eravamo un numero discreto, ora si è in è pochissimi. Lo stesso discorso vale per gruppi, associazioni, movimenti, etc…

Penso tuttavia che vi siano momenti di forte impatto sociale. Le feste, per esempio, tengono ancora?
Sì, ne abbiamo quattro: San Sebastiano (20 gennaio), Lunedì dell’Angelo – Incontro fra il Risorto e la Madre; Santa Maria della Libera Prima domenica di luglio; San Filippo d’Agira.

Vi sono anniversari che celebri con particolare passione?

Sì, ogni anno curo quello della morte del mio predecessore e di Padre Leonardo Trischitta mio carissimo viciniore. Tengo in grande considerazione anche quello della mia ordinazione presbiterale (8 dicembre). L’ultimo (ed era il 60°) l’ho festeggiato con la presenza affettuosa e gradita dell’Arcivescovo, S.E. Mons. Giovanni Accolla.

Immagino che hai incontrato anche tu delle difficoltà nell’azione pastorale, progetti, iniziative. Come le hai affrontate?

Secondo un consiglio che ci diede poi il Servo di Dio Mons. Fasola. Da quando sono a Melia, ben prima che Lui venisse, ho cercato di scendere e capire: il linguaggio dei miei parrocchiani e la loro mentalità ….. Risultato ho capito che se devono fare un lavoro lo fanno. ma se gli altri lo fan per loro è meglio.
Questo però a differenza degli abitanti delle parrocchie che ho avuto in contemporanea: Mazzeo (35 anni) Mongiuffi (10 anni). Questi spesso pretendono che chi è proposto a loro guida lavori in vece loro.
I rapporti con la pubblica amministrazione sono improntati a…

Lealtà non sempre condivisa in questi 59 e più anni.

Se puoi e vuoi, descrivi brevemente i tuoi rapporti con i confratelli del vicariato e della zona
Fin quando erano in vita i confratelli Sentineri (Letojanni fino al 1981), Affannato (Gallodoro e poi Letojanni) Trischitta (Mongiuffi) ed un anche Ponzio e Tamà (Gallodoro) ci si è ritenuti co-parroci delle parrocchie della vallata e del litorale annesso, poi non più perché i nuovi ritenevano avere l’asso nella manica o la pietra filosofale, qualcuno addirittura “esser dal cielo sceso a miracol mostrare” (come diceva il mio antenato, figlio ‘della Bella’ Dante Alighieri)

Cosa proponi per una maggiore fraternità presbiterale?
Un po’ d’umiltà, che si doti ognuno di uno specchio onde esaminarsi al mattino appena sceso del letto e ogni volta che esce di casa. Che ognun per ‘buscar’ (cercare) l’America non è necessario attraversi l’Atlantico, ma basta girarsi a destra o a sinistra.

Ringrazio il mio interlocutore per la bella chiacchierata e riprendo la strada del ritorno. Mi ha fatto molto bene ascoltare un “anziano” confratello che seppur impacciato nei movimenti, a seguito di un intervento all’anca sinistra, si mantiene sveglio e vivace, oltre che arguto e graffiante in alcune battute. Gli piace scherzare ed è capace di prendersi in giro: segno di grande maturità umana e spirituale. Una punta di sana invidia vela il mio spirito quando penso a un uomo che ha vissuto il nomadismo puro nella sua vita: Mazzeo, Melia, Mongiuffi, Santuario della Madonna della Catena… E ancora oggi disponibile alle necessità dei confratelli della zona che lo cercano per il ministero pastorale (messe, confessioni …). Ho incontrato un prete che è pienamente felice di esserlo.

Ettore Sentimentale