Sport contro le discriminazioni, non basta dirlo: il progetto “SportAntenne” promosso da Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti e Unar-Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali in due anni di attività in 13 diverse città italiane, ha dimostrato che attraverso lo sport si possono far emergere e denunciare episodi di razzismo e di intolleranza. Questi sono i dati di bilancio finale del progetto, ricavati dalla valutazione effettuata dalla società Be4Social sulla base di un migliaio di segnalazioni raccolte: 152 iniziative sportive e informative realizzate, con il coinvolgimento di 16.000 persone (delle quali il 37% cittadini di paesi terzi), 92 associazioni e istituzioni coinvolte sul territorio. Dove avvengono le discriminazioni maggiori? Il 18 % sui campi sportivi, il 17,6 % attraverso manifesti pubblicitari o social network come Facebook, seguono con il 15,7% gli spazi pubblici, il 9 % ricerca di casa e affitti. Che cosa si denuncia? Dai dati emerge che il fenomeno discriminatorio assume varie forme, che spaziano dalle ingiurie ai comportamenti escludenti nella vita quotidiana, sino a veri impedimenti nell’accesso ad alcuni servizi. Alcune segnalazioni, ad esempio, riguardano le informazioni che i cittadini dei paesi terzi ricevono presso i servizi anagrafici dei Comuni, giudicate scarse o inesatte.
Nel 97% dei casi si tratta di atti non violenti, mentre nel 3 % si arriva a denunciare atti violenti. “Il progetto SportAntenne ci ha permesso di verificare concretamente come lo sport rappresenti un valore che crea relazioni e fiducia – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – le forti disuguaglianze che produce la globalizzazione pongono ad ognuno di noi numerosi interrogativi rispetto al fenomeno migratorio e impongono nuovi livelli di convivenza, di rispetto, di dignità. In questa dimensione, lo sport sociale deve non solo immaginare, ma innanzitutto, praticare il proprio protagonismo. E’ sempre più evidente che l’organizzazione dell’attività sportiva è parte del progetto di vita delle persone, legato al benessere, alla socializzazione, al gioco”.
Conclude Manco: “Dal progetto abbiamo avuto un’indicazione precisa per quanto riguarda la percezione che i cittadini di paesi terzi hanno dell’Uisp, un’associazione a 360 gradi che attraverso lo sport si occupa di mediazione e di promozione di diritti. Particolarmente importante è risultata la trama delle Antenne territoriali che per tutto l’arco del progetto hanno raccolto segnalazioni di abusi e atti discriminatori ed elaborato e realizzato interventi di mediazione e risoluzione efficace dei conflitti emersi, attraverso iniziative sportive e parallele azioni di sensibilizzazione”.
“SportAntenne” è un progetto nazionale promosso dall’Uisp e finanziato dal Ministero dell’Interno e dall’Unione Europea – Fondo Fami 2014-2020, in collaborazione con l’Unar. L’obiettivo è stato quello di prevenire e contrastare le discriminazioni etniche e razziali nei confronti dei cittadini di Paesi terzi, attraverso “antenne” collocate in 13 città italiane: Alessandria, Bolzano, Caserta, Ferrara, Firenze, Giarre (Ct), Macerata, Matera, Taranto, Terni, Torino, Trento, Vicenza. Sono state organizzate iniziative per favorire l’informazione e l’emersione di comportamenti discriminatori, insieme ad attività sportive come strumento di mediazione interculturale e di sostegno all’integrazione, in attuazione di quanto previsto dal Piano nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza.