CONFISCATO UN MILIARDO E 300 MILIONI DI EURO A 1.000 GRANDI EVASORI FISCALI: SCHIVAVANO IL FISCO CON FATTURE FALSE E SOLDI ALL’ESTERO. CACCIA ANCHE A CORROTTI E CORRUTTORI: 644 IN MANETTE. APPALTI “TRUCCATI” PER 3 MILIARDI DI EURO. TRAFFICI: ARRESTATI IN 751 TRA NARCOTRAFFICANTI E SCAFISTI CHE SFRUTTAVANO IL BUSINESS DELLA MIGRAZIONE. 2 MILIARDI DI CONFISCHE ALLE “MAFIE”. 3 MILIARDI DI EURO INTERCETTATI DALLE FIAMME GIALLE COME RICICLAGGIO DI DENARO SPORCO DI EVASORI, CORROTTI E MAFIOSI. TUTTI I NUMERI DELL’ULTIMO ANNO E MEZZO DI ATTIVITÀ DELLA GUARDIA DI FINANZA, CHE OGGI FESTEGGIA I 244 ANNI DI VITA.
Non si tratta di piccoli commercianti, artigiani e imprenditori, che rappresentano l’ossatura economica del Paese – sempre da tutelare – e che magari hanno omesso di rilasciare uno scontrino. Parliamo invece dei grandi evasori, ossia di quei soggetti fiscalmente pericolosi i cui patrimoni sono espressione diretta dei gravi reati tributari o economico-finanziari commessi; importi tutt’altro che insignificanti se si pensa che questi evasori, tutti insieme, in un anno e mezzo hanno sottratto allo Stato 2 miliardi e 300 milioni di euro (in media, più di 2 milioni ciascuno).
E non ci si riferisce a numeri ancora da accertare o a importi da recuperare a tassazione o incassare da parte del fisco, ma (per oltre la metà, pari a 1,3 miliardi di euro) a valori e beni dapprima “congelati” e poi acquisiti in via definitiva (con la confisca) al patrimonio dello Stato.
Ci si è arrivati seguendo uno dei nuovi percorsi intrapresi dalla Guardia di Finanza, che mira a “stanare” gli evasori qualificando e quantificando la sproporzione esistente tra i redditi dichiarati e il patrimonio della persona interessata da procedimenti di prevenzione patrimoniale.
Un percorso vincente perché non ancorato alla ricerca degli indizi di evasione – non sempre agevoli da riscontrare – ma fondato sul rilevamenti Nella “categoria” dei grandi evasori non rientra soltanto chi si avvale delle fatture false.
Ci sono anche quelli delle frodi cosiddette “carosello”, quelli che costituiscono crediti IVA fittizi o che ottengono indebite compensazioni di imposte e contributi: sono 3.188 i casi di società “cartiere” o “fantasma”, create ad hoc per la realizzazione di frodi all’IVA, la costituzione di crediti fittizi e l’ottenimento di indebite compensazioni.
Vi sono poi coloro che, più intraprendenti, si spingono oltreconfine trasferendo all’estero i propri profitti e, per finire, quelle imprese straniere che operano in Italia, ma non dichiarano nel nostro Paese i redditi su cui hanno l’obbligo di pagare imposte nazionali.
Nel settore della fiscalità internazionale i casi di evasione scoperti nel 2017 e nei primi 5 mesi del 2018 sono stati 2.120.