Quasi sei italiani su dieci (58%) trascorreranno la festa del 25 aprile fuori casa, tra chi approfitterà per andare al mare, chi cercherà il relax in campagna, chi visiterà musei e mostre, chi incontrerà parenti e amici ma ci sono anche circa 9 milioni di persone che approfitteranno del lungo ponte per fare una vera e propria vacanza. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixé in vista della Festa della Liberazione che segna il ritorno in grande stile del turismo dopo anni di limitazioni a causa della pandemia.
Tra le destinazioni preferite le città d’arte, il mare, la montagna e la campagna con la primavera che rappresenta la stagione preferita dagli amanti della natura con il clima mite, le piante fiorite, il passaggio degli uccelli migratori, ma anche le attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni e di semina.
Dopo le difficoltà legate all’emergenza Covid, si registra peraltro anche a tavola – rileva la Coldiretti – il ritorno della convivialità con la voglia di stare insieme a parenti e amici nelle case, al ristorante, nei picnic all’aria aperta o in agriturismo dove nel lungo ponte della Liberazione alloggeranno in 400mila secondo Terranostra.
Se la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere uno dei 25mila agriturismo italiani – continua la Coldiretti – è anche la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.
Questo fenomeno è favorito anche – continua Coldiretti – dall’accresciuto interesse per i piccoli borghi che esprimono un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali. In Italia i centri sotto i 5mila abitanti ospitano il 16,5% della popolazione nazionale ma rappresentano il 54% dell’intera superficie italiana, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, con ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato – conclude la Coldiretti – dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado e il dissesto idrogeologico.