“Impegnati a smettere” è lo slogan della campagna lanciata quest’anno dall’OMS per il 31 maggio Giornata mondiale senza tabacco.
In occasione della ricorrenza, l’Istituto Superiore di Sanità ha organizzato, in streaming, il XXIII Convegno Nazionale Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale, in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” e la Società Italiana di Tabaccologia. Nel corso del convegno, che si terrà a partire dalle 8.45, sarà approfondita la tematica proposta dall’OMS e verranno divulgati i dati dell’ultimo Rapporto sul fumo in Italia. Leggi il programma.
La campagna dell’OMS
Sono più di 8 milioni le persone che muoiono ogni anno a causa delle gravi e numerose patologie (malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie e diabete) correlate al consumo di tabacco. La maggior parte dei decessi si verifica nei paesi a basso e medio reddito, spesso bersaglio di intense interferenze e marketing dell’industria del tabacco.
L’OMS quest’anno pone l’attenzione sull’importanza della cessazione, soprattutto in un momento in cui si consolida anche l’evidenza che i fumatori hanno maggiori probabilità di sviluppare una forma grave di COVID-19 rispetto ai non fumatori.
In tutto il mondo circa 780 milioni degli 1,3 miliardi di consumatori di tabacco affermano di voler smettere, ma solo il 30% di loro ha accesso agli strumenti che possono aiutarli a farlo. Questo divario nell’accesso ai servizi di cessazione è ulteriormente aggravato nell’ultimo anno, a causa del personale sanitario mobilitato nella gestione della pandemia.
La campagna lanciata dall’OMS mira a consentire a 100 milioni di consumatori di tabacco di fare un tentativo di smettere, creando reti di supporto e aumentando l’accesso ai servizi che hanno dimostrato di aiutare i consumatori di tabacco a smettere con successo.
L’OMS ha messo anche a disposizione un servizio innovativo, “Florence”, un operatore sanitario digitale (disponibile in inglese 24 ore su 24, 7 giorni su 7) per aiutare le persone a smettere di fumare, cui si affiancano programmi di supporto su WhatsApp e Viber.
Ma per raggiungere l’obiettivo sono necessarie anche politiche e interventi efficaci per ridurre la domanda e l’offerta di tabacco.
La Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco (WHO FCTC) indica con chiarezza le misure che i Paesi dovrebbero adottare, aggiornando indirizzi e linee guida sulla base del consolidarsi di evidenze scientifiche.
Strategie chiave sono, ad esempio, l’estensione degli ambienti senza fumo, le politiche fiscali e dei prezzi, il controllo della pubblicità e la regolamentazione degli ingredienti e, non ultima, l’offerta di aiuto per smettere.
Anche l’Unione Europea, aderendo alla FCTC, si muove in questa direzione con le sue raccomandazioni e Direttive.
Inoltre, la Commissione Europea ha presentato lo scorso 4 febbraio il Piano Europeo di Lotta contro il Cancro (Europe’s Beating Cancer Plan) che definisce un nuovo approccio dell’Unione Europea all’intero percorso della malattia, dalla diagnosi precoce, alla prevenzione, al trattamento ed all’assistenza dei malati.
Una delle azioni del Piano europeo è finalizzata a “realizzare un’Europa senza tabacco” per creare una generazione senza tabacco in cui meno del 5% della popolazione ne faccia uso entro il 2040, rispetto a circa il 25% di oggi. L’obiettivo intermedio è raggiungere lil goal dell’OMS di una riduzione relativa del 30% del consumo entro il 2025, rispetto al 2010, corrispondente ad una prevalenza del fumo di circa il 20% della popolazione della Unione Europea.
In Italia
Il consumo di prodotti del tabacco (da fumo e non da fumo) è tuttora nel nostro Paese la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile.
Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti (il 20,6% del totale di tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% del totale di tutte le morti tra le donne) con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro (Tobacco Atlas sesta edizione). Per quanto riguarda i tumori, il tabacco è il fattore di rischio con maggiore impatto a cui sono riconducibili almeno 43.000 decessi annui.
Nel 2020 il fumo di tabacco è più diffuso nella fascia di età che va trai 25 e i 34 anni (24,2%); in particolare, tra gli uomini la quota più elevata si raggiunge tra i 25-34 anni (29,9%), mentre per le donne la fascia di età con la prevalenza più alta è quella tra i 55-59 anni, con una percentuale pari al 21% (Fonte ISTAT).
Per quanto riguarda i ragazzi secondo l’ultima indagine GYTS, nel 2018 circa uno studente su cinque dai 13 ai 15 anni ha fumato più di una sigaretta negli ultimi 30 giorni. Il fumo di sigaretta è più diffuso tra le ragazze (23,6%) rispetto ai coetanei maschi (16,2%): entrambi i dati sono in calo rispetto al 2014 (indagine GYTS 2018).
Sigarette elettroniche e nuovi prodotti del tabacco
La comparsa sul mercato negli ultimi anni di nuovi prodotti a base di nicotina (dalle sigarette elettroniche ai prodotti del tabacco di nuova generazione) ha aperto nuovi scenari relativamente alle strategie di prevenzione. La loro diffusione come alternativa alle sigarette tradizionali, in particolare, rappresenta motivo di preoccupazione per la salute pubblica. Le problematiche riguardano essenzialmente i possibili effetti sulla salute legati all’eventuale presenza di sostanze pericolose nei liquidi di ricarica o nelle emissioni.
L’uso della sigaretta elettronica riguarda circa il 2,5% della popolazione con più di 14 anni e dai dati della GYTS risultano raddoppiati i giovani che la usano tra il 2014 e il 2018
I nuovi prodotti del tabacco riscaldato sono entrati nel mercato italiano nel 2015 e anche se le indagini sulla prevalenza non riescono a coglierne appieno la diffusione tra i consumatori, i dati sulle vendite ne fanno il prodotto più acquistato subito dopo le sigarette.
Anche se le aziende produttrici ne sostengono l’uso in un’ottica di riduzione del danno, le evidenze scientifiche disponibili non sono sufficienti a dimostrare che il prodotto sia associato a un’effettiva riduzione del rischio. Tale approccio non può essere adottato quale strategia di salute pubblica, che mira invece alla disassuefazione dal fumo e dall’utilizzo di prodotti del tabacco o contenenti nicotina.
Tabacco e Covid-19
La recente pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto enorme di salute pubblica a livello mondiale e ha reso necessaria l’adozione in tutti i Paesi di misure per il contenimento del contagio e il rafforzamento delle precauzioni individuali (distanza di sicurezza, comportamenti corretti sul piano dell’igiene).
Data la trasmissione per via aerea del virus, in genere attraverso le goccioline respiratorie (droplets) diversi studi hanno cominciato ad approfondire il rapporto tra infezione e fumo, con risultati peraltro ancora non univoci e definitivi.
L’OMS già a marzo 2020 sottolineava che il fumo non può proteggere contro Covid-19, dato che il tabacco comporta “una ridotta capacità polmonare che aumenterebbe notevolmente il rischio di malattie gravi”. Vari studi hanno dimostrato che il fumo di sigaretta non solo non sembra avere un effetto protettivo dal contagio, ma che fumare rappresenta un fattore prognostico negativo per tali pazienti, i quali ricorrono più facilmente alla terapia intensiva o alla ventilazione meccanica o presentano un numero di sintomi da Covid-19 più elevato rispetto ai non fumatori.
Considerati i ben noti danni da fumo e le iniziali evidenze di nocività dell’uso di sigarette elettroniche, appare, pertanto, importante, anche in relazione all’epidemia da Covid-19, sostenere soprattutto i fumatori e i consumatori di prodotti con o senza nicotina verso la motivazione a smettere, con sicuri benefici, immediati e di lungo periodo, per la salute.
Tabacco e Piano Nazionale della Prevenzione
Con l’approvazione del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-25 le Regioni sono chiamate a promuovere l’adozione consapevole di uno stile di vita sano e attivo in tutte le età e nei setting di vita e di lavoro, integrando cambiamento individuale e trasformazione sociale.
All’interno del Macro Obiettivo 1 dedicato alla prevenzione delle Malattie croniche le Regioni dovranno sviluppare programmi di contrasto al consumo dei prodotti del tabacco e con nicotina condivisi tra i Servizi sanitari e sociosanitari, istituzioni educative e datori di lavoro, attivando reti e comunità locali.