I Radicali Italiani hanno fatto suonare contemporaneamente questa mattina, alle 11.30, le sveglie in 6 piazze italiane per dire che il tempo dei diritti è scaduto.
A un anno dal giuramento del Governo Meloni sui diritti non è stato fatto nulla. Un anno di diritti negati, un anno sprecato tra provvedimenti populisti ed inefficaci, un anno senza una legge sul consumo di suolo, sul contrasto alla povertà, sulla transizione ecologica ed energetica, sui debiti dello stato nei confronti delle imprese. Un anno di diritti negati su aborto e sex work.
Una proposta per ogni piazza: Milano (povertà), Roma (energia), Torino (consumo di suolo), Bologna (sex work), Modena (Aborto), Mestre (debiti PA). 6 piazze come le 6 proposte di legge di iniziativa popolare sulle quali i Radicali Italiani stanno raccogliendo le firme.
AMBIENTE:
“Siamo qua oggi – ha spiegato Chiara Squarcione, della direzione Nazionale Radicali Italiani – ad un anno dall’insediamento del Governo per denunciare il tempo sprecato sui diritti sui diritti negati dell’aborto, sui diritti negati ai lavoratori del sesso, sui diritti economici negati per chi è in povertà e su quelli delle imprese“. Nel capoluogo piemontesi gli esponenti pannelliani hanno fatto un focus sul consumo di suolo. “
“I primi dieci centimetri di suolo – ha spiegato Igor Boni, Presidente dei Radicali Italiani – sono ricchi di sostanza organica: se noi li distruggiamo la perdiamo e si crea così anidride carbonica“. “La seconda minaccia – ha aggiunto – è l’erosione che colpisce le colline piemontesi: l’acqua è la pioggia, quando vengono giù con grande per intensità, portano a valle i sedimenti, riempiendo i fiumi. Più erosione c’è, più ci sono danni alle infrastrutture e morti, un’altra minaccia al consumo di suolo arriva dalla cementificazione: a causa della costruzione di case ed edifici il terreno non è più impermeabile e l’acqua non si infiltra“.
ABORTO:
“È assurdo-dichiarano Vittoria Loffi-Libera di abortire- Silvia Panini Volt- doverlo ripetere ancora nel 2023, ma in questo momento storico e politico è cruciale ribadire come i diritti umani, ed in questo caso il diritto all’autodeterminazione dei corpi e alla salute mentale e fisica, siano elementi essenziali per una società civile improntata sull’inclusione e l’uguaglianza. Questa è la società che con Volt in tutta Europa e con i Radicali in Italia vogliamo costruire. Come Volt ci uniamo quindi ai Radicali nella battaglia per garantire i diritti riproduttivi, un’educazione sesso affettiva e l’aborto accessibile e sicuro sempre e per chiunque. E lo ribadiremo finché sarà necessario, finché non sarà realtà”
ENERGIA:
“Abbiamo perso un anno- dichiara il Segretario di Radicali Italiani Massimiliano Iervolino- oltre a qualche mese già perduto in precedenza, giacché secondo la legge 199/2021, il Ministero dell’Ambiente, in concerto con altri ministeri, e previa intesa con la conferenza unificata, avrebbe dovuto predisporre da molto tempo uno o più decreti per dettare i criteri utili alle regioni per individuare le aree idonee. Invece tempo perso! L’Italia deve raggiungere e superare i 70GW di potenza installata entro il 2030 ma di tutta evidenza a questi ritmi non ce la farà mai. In questo quadro l’individuazione delle aree idonee rimane provvedimento fondamentale poiché rende, in sede autorizzativa, il parere del Ministero della Cultura obbligatorio ma non vincolante e riduce i termini delle procedure di approvazione per impianti di un terzo. Il Ministero dell’Ambiente è in notevole ritardo anche perché deve trovare un’intesa con la conferenza unificata. Tutti questi passaggi sono dovuti essenzialmente al Titolo V della Costituzione che prevede per l’energia una competenza condivisa tra Stato e regioni. Tanto è vero che poi dovranno essere le regioni stesse ad individuare le aree idonee e non idonee. In parole povere altro tempo perso! Ma di tempo non ce n’è più perciò stiamo raccogliendo le firme per dare la competenza esclusiva sull’energia allo Stato.”
SEX WORK:
“Il 3 giugno di quest’anno-afferma Stefano Taddei-Radicali Bologna- qui a Bologna si è svolto un appuntamento importante; il congresso dei collettivi di sex workers, il primo dopo anni. Sono stati due giorni fondamentali di confronto e di ascolto tra persone e realtà che vengono rese invisibili nel nostro paese. Il manifesto elaborato in quell’occasione dalle persone che svolgono lavoro sessuale riporta delle richieste chiare: decriminalizzare e riconoscere il lavoro sessuale come un lavoro a tutti gli effetti. In questi mesi però nulla è cambiato, il tema del sex work sembra non interessare al dibattito politico e sociale e dopo più di 65 anni di applicazione della Legge Merlin i tentativi di riforma sembrano essere accantonati. Abbiamo manifestato oggi per dire che non c’è più tempo, dopo 65 anni serve cambiare la legge e parlare dei diritti del sex work”
POVERTA’:
“i dati ISTAT ed EUROSTAT dal 2008 ad oggi evidenziano-dichiarano Federica Valcauda e Oreste Gallo-Direzione nazionale Radicali Italiani- un aumento del numero di persone che vivono in condizioni di povertà ed un parallelo aumento delle disuguaglianze sociali, cosa che determina, di fatto, un blocco dello sviluppo sociale ed economico degli individui. Condizione particolarmente vera per coloro che partono già da una condizione di povertà.
Nell’anno 2022 c’è stato un aumento, rispetto all’anno 2021, delle persone che chiedono aiuto economico ed il dato più preoccupante risulta essere quello di coloro che, pur avendo un lavoro, non ricevono una retribuzione sufficiente a far fronte alle spese mensili, necessitando dunque di un sostegno economico ulteriore.
La proposta di legge radicale su un reddito minimo d’inserimento è una soluzione che va sostenuta, perché a differenza del reddito di cittadinanza, che non dava alcun incentivo a trovare davvero lavoro, questa proposta aiuta realmente le persone ad uscire dalla
condizione di povertà in maniera autonoma: si dà sostegno senza assistenzialismo, nell’ottica di dare servizi sociali sufficienti sui territori.”
DEBITI PA:
“Le lunghe attese nei pagamenti-dichiarano-Marco Vincenzi-Segretario Radicali Verona- Irene Zambon, Segretaria di Radicali Padova e Samuele Vianello, comitato nazionale Radicali Italiani-mettono in difficoltà il sistema produttivo per mancanza di liquidità. A rimetterci sono in particolare le piccole e medie imprese, dal momento che i dati restituiscono una tendenza dello Stato a privilegiare il pagamento in tempi brevi delle fatture di importo maggiore e a ritardare la liquidazione delle fatture di importo meno elevato. Con questa proposta di legge vogliamo quindi riaffermare e difendere il diritto di imprese e professionisti a essere pagati in tempi certi per i lavori e i servizi commissionati dalle Pubbliche Amministrazioni.
I debiti vanno onorati, anche da parte dello Stato, in maniera semplice e nei tempi pattuiti: è il minimo, specialmente in un territorio come il Nord-est, motore dell’economia produttiva italiana, per contribuire a rendere il nostro Paese più giusto e più civile.”