"Un ‘arco costituzionale’ contro la Lega". È la proposta lanciata dal futurista www.ilfuturista.it – settimanale e webmagazine di area finiana diretto da Filippo Rossi. Perché "se la ‘conventio ad excludendum’ poteva in qualche modo avere un senso contro il Movimento sociale italiano, qualche tempo fa, figuriamoci oggi – si legge sul sito – contro Bossi, Calderoli e il loro carnevale padano".
"Con l`ennesimo affondo contro il capo dello Stato, il governo e l`unità nazionale – prosegue il futurista – il Carroccio ha fatto una scelta (speriamo irreversibile): portare a termine la secessione dalla politica italiana. Le strade della Lega e del governo del paese si sono separate solo qualche settimana fa, eppure ormai la distanza è incolmabile. Tra insulti (terùn, fanculo) e minacce di guerra civile, il movimento del Senatùr è alla disperata ricerca della verginità perduta, in un disperato ritorno alla Lega delle origini che – data anche l`età dei protagonisti – ha il sapore della demenza senile più che della rivoluzione".
Insomma, è una "questione di scelte. La Lega – continua il commento de Il futurista – ha scelto di essere una forza extra-nazionale. Certo, gli esponenti del Carroccio hanno tutto il diritto politico di dire quello che vogliono, di promettere la secessione e di deridere i simboli dell`Italia. Ma gli altri partiti hanno il sacrosanto diritto di scegliere di escluderli da ogni alleanza di governo, presente e futura". Dunque, "una sorta di ‘arco costituzionale’ del terzo millennio che escluda i padani da ogni attività di governo. Liberarsi della zavorra bossiana – continua l`articolo del futurista – e ridurla a stanco folklore locale è l`unico modo per portare a termine le tante, ambiziose sfide che ci aspettano, per – riprendendo le parole di Napolitano – far ‘riguadagnare credibilità’ all`Italia, ripensare la società, ‘rigenerare la politica’, riformare il mercato del lavoro, e superare l`emergenza della crisi costruendo un paese più giusto, più aperto e più coeso. È una sfida epocale. E per vincerla c`è un solo modo, ora: stringersi attorno al governo guidato da Mario Monti e permettergli – con un appoggio leale e costruttivo – di lavorare".