Il San Raffaele resta ancora nel limbo, finita l’era di Don Verzè ma ancora aperti i giochi di rilanci nella partita che deciderà il nuovo assetto. Fino a domani a mezzogiorno c’è tempo per rilanciare – almeno di 50 milioni – sull’unica offerta finora pervenuta, quella del gruppo ospedaliero San Donato di Giuseppe Rotelli, per 305 milioni di euro. Nel suo studio milanese il notaio Enrico Chiodi Daelli aspetta che arrivino eventuali offerte. Se nessuno si dovesse presentare, Ior e Malacalza, in quanto primo offerente, avranno tempo fino alle ore 12 di martedì prossimo (10 gennaio) per potersi allineare all’offerta di Rotelli ed essere preferiti. Nessuno si attende ormai molte sorprese, difficile si presenti un outsider nel vero senso della parola, vista la complessità delle pratiche da sbrigare, perchè l’offerta sia ritenuta valida. Chi si candida deve presentare insieme alla lettera predisposta per l’offerta anche una fideiussione bancaria relativa all’importo offerto e il via libera, formalizzato in una lettera, delle otto banche che hanno fatto il finanziamento Bei. Gli istituti infatti devono, in base alla prassi decisa dal Tribunale, accettare di sostituire al debitore originario il nuovo acquirente, il cosiddetto ‘accollo liberatorio’. San Donato ha presentato la sua offerta in ben 47 pagine piu’ allegati, dove gli asset sono valorizzati a 305 milioni di euro cash, ovvero 55 milioni in piu’ rispetto a quanto messo sul piatto dalla Santa Sede e da Vittorio Malacalza, e prevede l’accollo di passivita’ per altri 500 milioni rispetto al debito complessivo di 1,5 miliardi. Formalmente la proposta di Rotelli appare completa e in linea con i paletti fissati dalla procedura messa a punto dai vertici della Fondazione Monte Tabor, e in linea anche con quanto stabilito dai Commissari straordinari (Rolando Brambilla, Luigi Giovanni Saporito e Salvatore Sanzo) e delle Autorità giudiziarie. Sarà all’esame del cda della Fondazione solo il 10 gennaio, assieme ad eventuali rilanci o al pareggiamento. Ieri intanto si è formalmente ritirato Alessandro Proto Consulting, che aveva espresso interesse in rappresentanza di un gruppo estero. Potrebbe invece rientrare in gioco, anche se in una seconda fase, Gianfelice Rocca. L’Humanitas (controllata da Techint), secondo quanto si apprende, non si presenterà all’appuntamento coi rilanci ma ci sarebbero stati dei primi contatti coi Malacalza che potrebbero aprire a futuri scenari di alleanze. L’Humanitas metterebbe al servizio della cordata guidata dai Malacalza il suo know how e darebbe una possibile ‘way out’ al Vaticano.