Egregio Direttore,
uno dei problemi che, per ovvii motivi ed a tutti i livelli, è più discusso in questi giorni è quello relativo alle remunerazioni dei politici e di tutti coloro che fanno parte delle più importanti e Alte Istituzioni. La montagna dopo sei mesi ha partorito il topolino: Il Presidente dell’ISTAT, Enrico Giovannini, a capo di un’apposita commissione incaricata di comparare le retribuzioni dei parlamentari italiani con quelle dei colleghi europei, ha fatto presente che tale confronto non è possibile effettuarlo per le difficoltà, le criticità e le ambiguità delle norme che differiscono nei vari Paesi europei. Nel contempo vediamo e sentiamo nei vari TG e quotidiani che molti nostri parlamentari si sono allarmati e “sfacciatamente” si sono lamentati per questa iniziativa ritenendo, come ha detto Gaetano Quagliariello (Pdl) che, quasi – quasi, per adeguarsi agli altri Paesi le cifre dei parlamentari italiani andrebbero aumentate. Oppure l’altra corbelleria di Paolo Franco (Lega) per quanto i riguarda le spese per i collaboratori dei parlamentari. Egli sostiene che se i c.d. “portaborse” dovessero essere retribuiti direttamente dal Parlamento, come avviene in alcuni Paesi europei, la spesa sarebbe maggiore. Sarebbe vero se si continuasse a mantenere l’attuale vergognosa situazione esistente alla Camera ed al Senato, dove le retribuzioni dei dipendenti, a tutti i livelli, sono iperboliche e scandalose. Ciò premesso facciamo qualche considerazione: innanzitutto non c’era bisogno di dover affidare l’incarico per tale accertamento ad una commissione per sentire, dopo tanti mesi, una risposta così ingenua ed incompleta. Berlusconi prima e Monti dopo potevano consultare qualsiasi giornale italiano per avere quelle ed altre interessanti notizie al riguardo, visto che sono state pubblicate innumerevoli volte e, per ultimo, vadano a leggere ciò che hanno scritto Rizzo e Stella sul Corriere della Sera del 4 gennaio 2012 per quanto concerne gli scandalosi stipendi dei dipendenti della Camera e Senato. Qualche esempio: la busta paga dello stenografo del Senato è di 290 mila euro (quasi pari a quanto percepisce il re di Spagna), i commessi a fine carriera arrivano fino a 160 mila euro (più di un dirigente di azienda), un coadiutore (impiegato semplice) 192 mila, un segretario 256 mila, un consigliere 417 mila…. E avanti così! A questo punto le cose sono due:
– 1) I giornali dicono il vero ? Ed allora vogliamo sapere chi ha promosso, permesso e avallato tutto ciò ! Da chi dipende questo malaffare ? Vogliamo sapere chi ha proposto queste leggi e chi ha votato pro e chi contro! Dov’erano i Presidenti della Camera e del Senato? (i primi responsabili, attuali e predecessori). Cosa hanno detto o fatto gli ex dirigenti sindacali divenuti parlamentari ? E i rappresentanti di associazioni di consumatori?
– 2) I giornali dicono il falso? E allora perché i Presidenti della Camera e del Senato non li denunciano alla magistratura?
Un’altra considerazione. Mi spiace doverlo dire ma il Premier Monti, il suo Governo e quei parlamentari che vogliono fare un confronto tra la paga dei nostri politici e quella dei colleghi di altri Paesi europei sbagliano alla grande. Sanno lor signori che un operaio in Germania, a parità di qualifica, percepisce esattamente il doppio di un operaio in Italia ? E lo stesso dicasi per un impiegato, un insegnante ecc. Quindi pretendere di comparare le paghe dei politici è assurdo ed è offensivo per la nostra intelligenza. Certo è che la stragrande maggioranza degli Italiani ci aspettavamo che il nuovo Governo, essendo apolitico, avesse avuto il coraggio di usare il bisturi o la mannaia cominciando dall’alto, anche con iniziative drastiche e impopolari, e poi scendere verso le altre categorie. Il popolo, penso, sarebbe disposto anche a mangiare “pane e cipolle” purché i nostri politici si accontentino di mangiare “pane e formaggio”, ma non “caviale e champagne” tutti i giorni. Non so se mi spiego! Egregio Prof. Monti non è mai troppo tardi!, oppure: è meglio tardi che mai! Cordiali saluti.
Martino Pirone