Si parla di partecipazione attiva dei cattolici alla vita politica e sociale del Paese sul numero di Studi Cattolici in distribuzione dal 10 gennaio con un intervento del presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, sul tema ‘Libertà e responsabilità dei laici nella vita pubblica’. Il saggio riproduce la prolusione tenuta dal cardinale presso la Pontificia Università della Santa Croce in Roma in occasione del 25mo anniversario dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare (ISSRA). La fede e’ ‘totalizzante’, afferma il presidente della Conferenza episcopale italiana, salva tutto l’uomo, e percio’ non può non ispirare ogni azione, sia privata sia pubblica. E citando le parole del Concilio Vaticano II, sottolinea che i cristiani ‘devono prendere coscienza della propria speciale vocazione nella comunità politica; essi devono essere d’esempio, sviluppando in sè stessi il senso della responsabilità e la dedizione al bene comune, così da mostrare con i fatti come possano armonizzare l’autorità e la libertà, l’iniziativa personale e la solidarietà di tutto il corpo sociale, la opportuna unità e la proficua diversità. La Chiesa – sottolinea Bagnasco – ha un’alta stima per l’attività politica: la dice ‘degna di lode e di considerazione’ e l’addita come ‘forma esigente di carità. D’altra parte, essa indica i limiti della politica, e vigila perchè non diventi invadente o addirittura totalitaria’. E in tempi in cui ‘una certa cultura radicale, ispirata dal diffuso nichilismo culturale, insiste sulla autonomia assoluta della politica dai valori etici oggettivi e quindi universali, e sostiene un’autonomia individuale priva di limiti salvo quello di non disturbare gli altri’, la Chiesa ‘svolge una funzione pedagogica rispetto alla coscienza’ che oggi è ‘particolarmente appesantita, ingombrata da menzogne, cose inutili, suggestioni, promesse di vita facile e comoda’: ‘risvegliare le coscienze dal sonno spesso indotto da altri, è un servizio all’umanità in ordine al bene comune della città degli uomini’.