Alla violenza che colpisce le sue sedi, Equitalia risponde tendendo una mano al cittadino. Lo ha voluto sottolineare il presidente Attilio Befera, intervenuto a "La telefonata" di Maurizio Belpietro, su Canale 5. "Chi riscuote le imposte in modo coattivo non e’ mai amato, in ogni Paese" ha smorzato, quindi ha aggiunto: "Da noi la reazione e’ particolarmente violenta forse perchè non c’è l’abitudine a pagare le imposte tramite cartella", un processo riorganizzato solo di recente con la confluenza in Equitalia di tutti i 35-40 soggetti riscossori per conto dello Stato. E che – ammette Befera – non è stato esente da errori, "ma non si puo’ parlare di abusi. La stagione delle cartelle pazze è terminata, e’ cosa di parecchi anni fa. Abbiamo fatto errori ma abbiamo tentato di recuperarli appena ne abbiamo avuto conoscenza". Non solo: "Abbiamo fatto in modo che Equitalia si sostituisse al contribuente" in caso di contestazione all’ente impositore, come nel caso di "errori formali". Una sorta di intermediazione, per cui – spiega Befera – il cittadino puo’ rivolgersi direttamente a Equitalia (ad oggi circa 60 mila sono ricorsi a questa opportunita’): "Noi sospendiamo la riscossione e chiediamo all’ente impositore, dando cosi’ una possibilita’ di dialogo". Befera ha anche spiegato che i provvedimenti come il fermo amministrativo dell’auto e l’ipoteca sugli immobili (le cosiddette ganasce fiscali), che tanto fanno scalpore, sono in realta’ "gli strumenti piu’ tenui" trattandosi di semplici provvedimenti amministrativi che impediscono la vendita dei beni, mentre in altri paesi "si incide direttamente sui redditi".