"Come è potuto accadere – scrive La Stampa – che il comandante Francesco Schettino abbia portato la Costa Concordia sino a sfiorare la riva per poi centrare gli scogli, le Scole, che sono a non più di 150 metri dall`imboccatura del porticciolo del Giglio, sulla sinistra guardando a terra? Le testimonianze sono tutte concordi, anche se ovviamente saranno le inchieste in corso (della magistratura e della Capitaneria di porto) a stabilire la verità ufficiale. La sera di venerdì la nave, proveniente da Civitavecchia, ha puntato verso il Giglio e ha eseguito una manovra, in gergo marinaresco l’inchino, vicinissima alla riva. Una manovra voluta ed eseguita, secondo il procuratore di Grosseto, Francesco Verusio, proprio dal comandante che si trovava sul ponte di comando. Quando viene eseguita la manovra dell’inchino viene disinserito il pilota automatico e quindi si naviga a vista. Schettino si è distratto? ha sbagliato, anche se sembra impossibile, i calcoli? Fatto sta che compie una manovra avventata e patatrac. ‘Lì il fondale è di granito, un materiale che taglia qualsiasi cosa – spiega il comandante di rimorchiatori Giovanni Fanciulli – Quella e’ una zona che non ammette distrazioni’. Gia’, la storia del saluto. E’ lo stesso sindaco del Giglio, Sergio Ortelli, a ricordare come ad esempio il 9 agosto la stessa Concordia, con al comando allora Massimo Calisto Garbarino, uno dei piu’ esperti e stimati capitani di Costa Crociere, avesse fatto una manovra simile, ma a debita distanza e in totale sicurezza. Anche se poi il primo cittadino mette le mani avanti e giura: ‘Ma non e’ una prassi’. E’ comunque dopo l’urto contro gli scogli che iniziano i problemi e le accuse della Procura divergono con quanto sostenuto dal comandante Schettino.
Intanto sembra che la nave procedesse a una velocita’ molto alta pur trovandosi vicino a riva: 15 nodi l’ora. Le testimonianze e quanto appurato dalla procura dicono che dopo il colpo dalla nave non sono arrivate tempestive informazioni alla capitaneria di Livorno. L’impatto e’ avvenuto alle 21,45, ma solo alle 22,43 della cosa e’ stata informata l’autorita’ marittima. In pratica dopo che il comandante ha capito che dallo squarcio di 70 metri si imbarcava troppa acqua e che la nave non poteva piu’ essere governata. A questo punto Schettino ha eseguito una manovra che, gli va riconosciuto, ha impedito che il bilancio del disastro diventasse ancora piu’ grave: ha gettato l’ancora puntando verso la vicina secca a destra dell’imboccatura del porto, in maniera tale da far compiere alla nave una rotazione di 180 gradi. Se avesse puntato al largo la Concordia sarebbe sicuramente colata a picco con conseguenze inimmaginabili in termini di vite umane. Qui spuntano nuove accuse. Schettino abbandona la nave mentre sono ancora in corso le operazioni di salvataggio. Il personale della Guardia Costiera, raccontano fonti della Procura, a mezzanotte e mezza riconosce il comandante abbarbicato a una roccia praticamente a riva e Io invita più volte a tornare a bordo, per far fronte alle proprie responsabilità e agli obblighi di legge che gli impongono di coordinare l’evacuazione. Niente da fare. Cosa questa che gli costerà l’accusa più infamante per un comandante: aver abbandonato la nave. Il procuratore capo Verusio che segue l’inchiesta insieme con i sostituti Stefano Pizza, Alessandro Leopizzi e Maria Navarro (che ieri hanno effettuato un sopralluogo al Giglio), ha disposto l’arresto di Schettino paventando il pericolo di fuga e un possibile inquinamento delle prove.
Il pericolo di fuga, secondo i pm grossetani farebbe leva sulle possibilita’ che il comandante Schettino avrebbe nel trovare sostegno, anche ali’ estero, date le sue molteplici relazioni acquisite proprio grazie alla professione di capitano di nave. Addirittura ci sarebbero testimonianze sul fatto che Schettino avrebbe manifestato questa- intenzione. L’inquinamento delle prove, invece, sarebbe potuto avvenire perche’ i una volta a terra il comandante si sarebbe offerto di recuperare la scatola nera della nave: gli inquirenti sospettano che avrebbe avuto l’intenzione di sabotarla. Proprio dalla scatola nera, che starebbe gia’ fornendo utili indicazioni, i magistrati contano di trarre nuove prove a sostegno delle loro tesi accusatorie. Accuse che gli avvocati di Schettino respingono, pur precisando di voler attendere un approfondimento delle motivazioni dei pm. Il comandante della Concordia verra’ interrogato domani. Da segnalare che ormai anche la societa’ prende le distanze da Schettino. Costa Crociere, dopo aver ribadito la volonta’ di collaborare pienamente con gli inquirenti, parla esplicitamente di ‘errori di giudizio’ da parte del comandante della Concordia’. Convocando per oggi a Genova una conferenza stampa del presidente e amministratore delegato, Pierluigi Foschi, la societa’ in una lunga dichiarazione diffusa ieri sera precisa che gli errori di giudizio del comandante hanno avuto ‘gravissime conseguenze’, al punto che la magistratura ne ha disposto il fermo".