"Assessori comunali e provinciali, funzionari pubblici, imprenditori, manager della sanita’, parenti di politici. E su tutti, Massimo Ponzoni, ex assessore all’Ambiente, oggi consigliere regionale e, fino a poco tempo fa, coordinatore della provincia di Monza e Brianza per il Pdl. Dopo tre anni di indagine da parte dei pm di Monza Walter Mapelli, Donata Costa e Giordano Baggio – scrive Repubblica – scattano arresti e perquisizioni. Il Nucleo regionale della Guardia di Finanza esegue cinque ordinanze. Finiscono in carcere il vicepresidente della provincia di Monza e Brianza Antonino Brambilla, l’imprenditore Filippo Duzzoni, mentre è proprio Ponzoni a sfuggire all’arresto ed è al momento irreperibile. Per altri due indagati – l’ex sindaco di Giussano Gian Paolo Riva, e l’ex assessore provinciale Rosario Perri – scattano i domiciliari. Per il Gip Maria Rosaria Correra i cinque formano una ‘squadra’, una struttura ‘capillare capace di influenzare sul territorio ogni decisione politica’. In Lombardia, e’ la terza testa che cade dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale. Dopo quella del vice presidente del Pdl Franco Nicoli Cristiani, arrestato a novembre 2011 per corruzione. Quella del vice presidente del Pd Filippo Penati, indagato per tangenti nell’inchiesta sulla riqualificazione delle ex aree Falck a Sesto San Giovanni e dopo quella ieri di Ponzoni, consigliere segretario per il Pdl del board del Consiglio. Un bello smacco per l’istituzione che solo pochi mesi fa il suo presidente Davide Boni del Carroccio si era sbilanciato a paragonare a una Ferrari.
Un nuovo colpo per l’immagine del governatore Roberto Formigoni crollato dal vertice al terzultimo posto della classifica da Ipr per il Sole 24 Ore sul gradimento dei presidenti delle regioni. A chiamarlo in causa questa volta è uno degli ex soci di Ponzoni, Sergio Pennati che parla di voti comprati, vacanze e barche pagate sia a Ponzoni che al governatore lombardo. Formigoni nega: ‘Non conosco Pennati e non ho mai usufruito di vacanze o barche pagate da questi signori. In Regione non c’e’ ne’ una questione politica e nemmeno morale’. Ma l’opposizione di centrosinistra va all’attacco: ‘Devono dimettersi’. L’indagine della procura di Monza e’ partita nel 2009 dai dissesti delle societa’ riconducibili all’ex assessore lombardo, quello che sembrava essere l’enfant prodige del Pdl lombardo, recordman di preferenze alla tornata regionale del 2010, uno degli assessori piu’ potenti nella giunta del secondo mandato del governatore Roberto Formigoni. Le accuse ipotizzare sono a vario titolo di bancarotta, corruzione, concussione e finanziamento illecito. Per la procura, Ponzoni e’ un ‘cacciatore d’affari sporchi’, con le societa’ portate al fallimento utilizzate, secondo le accuse di un suo ex socio ritenute ‘attendibili’ dal gip, per ‘comprare voti’ nella campagne elettorali del politico, per una ‘spesa totale di un milione 600mila euro’. Nelle carte dell’inchiesta emerge anche l’appoggio che Ponzoni avrebbe avuto nelle Regionali del 2005 da parte della ‘ndrangheta, i voti e i patrimoni delle sue societa’ utilizzati per accrescere il suo potere.
Piazzando i propri uomini nelle amministrazioni locali, era possibile intervenire su importanti questioni urbanistiche come i piani di governo del territorio di Desio e Giussano, e assicurare a imprenditori a lui vicini cambi di destinazione e appalti".