"Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera ed esponente di spicco della nuova generazione del Pdl cresciuta insieme con il segretario Alfano, lo dice senza mezzi termini – intervistato dalla Stampa -: ‘Su questa storia della maggioranza politica e del governo di grande coalizione che Casini continua a invocare è venuto il momento di fare chiarezza. Altrimenti finisce che, tira oggi e tira domani, il governo rischia e torna il rischio di elezioni anticipate’. Onorevole Lupi, ma davvero è cosi’ importante questa distinzione? In fondo ieri alla Camera voi del Pdl e il Pd avete votato insieme la relazione del ministro Severino sullo stato della giustizia, tema su cui fino a qualche mese fa vi scannavate. ‘E’ vero, ma proprio per questo occorre evitare equivoci che potrebbero trarre in inganno gli elettori. Un conto e’ misurare il governo sui risultati – e quello di ieri, in cui e’ stato riconosciuto anche il valore del lavoro impostato da ministri come Alfano e Nitto Palma, indubbiamente lo e’ -, e un altro conto dare per scontato qualcosa che non c’e’. E’ interesse di tutti spiegare veramente cosa sta accadendo’. E cioe’? ‘Di fronte alla gravita’ della crisi europea e di quella mondiale, il governo Berlusconi ha fatto responsabilmente un passo indietro e i tre maggiori partiti si sono assunti la responsabilita’ di appoggiare l’esecutivo tecnico presieduto da Monti per cercare di far fronte alla situazione e per condividere quelle scelte dolorose che non avrebbero potuto essere fatte nella normale dialettica tra centrodestra e centrosinistra. Resta il fatto che tutto va negoziato e ognuno mantiene la propria identita’. Attribuire ad accordi maturati volta per volta un significato politico che non hanno, come cerca di fare Casini, rischia solo di indebolire il governo’. Ma non e’ che Casini si faccia particolari illusioni. Nell’intervista alla ‘Stampa’ ha solo detto che un sostegno piu’ convinto da parte dei due maggiori partiti metterebbe Monti in condizione di lavorare meglio. ‘Ascolti: insistendo per trasformare l’attuale maggioranza in un’alleanza politica e quello di Monti in un governo di larghe intese, Casini punta in realta’ a mettere da parte il bipolarismo e a far capire che l’assetto attuale e’ senza alternative anche per il futuro. In una grande coalizione, come quella vagheggiata da Casini, e’ chiaro che la parte del leone la farebbe il Centro. Una prospettiva del genere, non solo non interessa, ma riduce il valore della scelta che abbiamo fatto anteporre al giusto interesse di parte l interesse del paese e quindi e’ dichiaratamente avversata da noi del Pdl e anche dal Pd’. Non le sembra di fare un po’ il processo alle intenzioni? ‘Tutt’altro, al mio paese si dice: patti chiari e amicizia lunga! Se vedo Casini che si prepara a lanciare un’opa sul Pdl e sull’elettorato di centrodestra, il mio dovere e’ lanciare l’allarme per impedire che accada’.
E lei e’ veramente convinto che e’ questo che si prepara?
‘Sicuro, basta guardare i sondaggi. C’e’ una percentuale altissima, tra il 45 e il 52 per cento degli elettori, che si dichiarano indecisi o intendono rifugiarsi nel non voto. E di questi, tra il 41 e il 46 per cento, si dicono pronti a votare un nuovo partito. Se si diffonde la convinzione che il bipolarismo e’ finito, l’opa del Terzo polo sugli incerti ha ottime probabilita’ di riuscita. Anche l’ondata di antipolitica, che tende a scaricare sul governo Berlusconi le responsabilita’ dei problemi, ha quest’obiettivo’. Scusi se insisto: ma ammesso che questo sia veramente il piano di Casini, non sarebbe piu’ proficuo per il Pdl offrire proposte credibili agli elettori, per evitare che cambino partito? ‘E’ esattamente cio’ che stiamo facendo, sostenendo Monti e convincendolo ad adottare alcune delle soluzioni che il governo Berlusconi aveva gia’ in animo di realizzare. Lo facciamo per il bene del Paese e per dimostrare che fuori dalla campagna di odio che e’ andata avanti per anni, la qualita’ del lavoro fatto da noi non era affatto da disprezzare’. Ma se siete d’accordo con Monti, perche’ prendete continuamente le distanze dal governo? ‘Non e’ cosi’. Noi, come del resto il Pd, marchiamo le differenze quando i provvedimenti del governo si allontanano troppo dal nostro modo di vedere le cose. Per esempio se non era per il nostro contributo nell’ultima manovra non sarebbe mai stato introdotto il fattore famiglia nel calcolo della nuova ici.
Non c’e’ nulla di male a distinguersi: e non e’ un mistero, ad esempio, che in materia di liberalizzazioni, o di flessibilita’ del lavoro tra Pdl e Pd non c’e’ affatto identita’ di vedute. Si discute, ci si confronta, com’e’ accaduto anche lunedi’ a Palazzo Chigi tra Monti, Alfano, Bersani e Casini, e si cerca un’intesa possibile, sapendo che si tratta di una convergenza occasionale e che i partiti che sottoscrivono l’accordo non intendono rinunciare, con questo, a competere alle prossime elezioni. Questo e’ il modo migliore per aiutare Monti nel suo lavoro. Al contrario, parlare di governo politico, con un programma concordato, e dipingere noi e il Pd come alleati riottosi serve solo a mettergli i bastoni tra le ruote’. Lei confida in un chiarimento, o teme che il dissenso su questo punto possa inasprirsi? ‘Ovviamente mi auguro che tutto possa chiarirsi, anche se non riguarda ne’ noi ne’ il Pd. Dipendera’ inoltre dai risultati del governo: siamo o no in grado di realizzare gli obiettivi che ci siamo proposti, non solo in materia economica, ma anche di riforma della politica? E soprattutto, siamo in grado di approvare una legge elettorale che mantenga il bipolarismo e garantisca agli elettori il diritto di scegliersi liberamente il governo e i parlamentari?
Altrimenti, e’ inutile nasconderlo, il rischio di un rallentamento del governo e’ concreto. E altrettanto la possibilita’ che si torni a parlare di elezioni anticipate a giugno’".