Scrive il CORRIERE DELLA SERA: "’Siamo ben consapevoli che le liberalizzazioni destano opposizioni, preoccupazioni ed ansie. Ci possono essere cose da guardare più attentamente, ma in buona sostanza le misure presentate sono quelle necessarie’. Mario Monti apre uno spiraglio, ma le modifiche in Parlamento del decreto sulle liberalizzazioni potranno essere solo marginali. ‘Le riforme chiedono nell’immediato un contributo importante di tutti i settori e delle professioni interessate. Tutti gli italiani ora stanno facendo degli sforzi, ma se li facciamo tutti insieme il sacrificio sara’ minore e l’impatto sulla crescita maggiore’ ha detto il presidente del Consiglio ieri a Bruxelles, dove ha partecipato alle riunioni dell’Ecofin e dell’Eurogruppo, incassando unanimi apprezzamenti, dopo la manovra, per il decreto sull’apertura della concorrenza dove, dice il presidente del Consiglio, ‘c’è roba vera’. Dall’Italia, dagli schermi di Ballarò, gli dà man forte il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera: ‘Tantissima gente ha reagito in modo composto all’apertura del sistema, anche se comporta sacrifici, come i commercianti di fronte alla liberalizzazione dell’orario dei negozi. Spesso a protestare sono le minoranze delle categorie’. Per il ministro il Paese rischiava la bancarotta e ora la preoccupazione e’ per la recessione, che non aiuta ad affrontare il disagio occupazionale.
E in tv e’ tornato sul tema dei poteri forti gia’ trattato da Monti domenica con l’Annunziata: ‘Lo sono anche i sindacati e i media’, sostiene il titolare dello Sviluppo e da ex banchiere nega che ‘le banche si controllino a vicenda’. Infine una concessione al realismo e agli interventi futuri: ‘Sappiamo che in ogni momento il Parlamento puo’ mandarci a casa. Sul lavoro siamo al massimo come costi e al minimo come reddito, in mezzo c’e’ il fisco: abbiamo alcune idee per risolvere questo aspetto’.
Secondo Monti, che ha citato uno studio della Banca d’Italia, se il margine di profitto del settore dei servizi italiani fosse portato a livello medio dell’Eurozona, mentre oggi e’ piu’ alto proprio per la mancanza di concorrenza, ‘ci sarebbe un aumento del Prodotto interno lordo, nel lungo periodo, dell’11 per cento, di cui un buon 5 per cento nei primi tre anni’. Oltre un punto e mezzo di crescita in piu’ l’anno, dunque: oro colato in tempi di recessione economica. E proprio per questo il premier e’ intenzionato a mantenere costantemente aperto il cantiere delle riforme, accelerando l’attuazione di quelle approvate. Avviato il tavolo con le parti sociali, Monti promette una riforma del mercato del lavoro in tempi ‘piu’ lunghi di quelli molto pressanti che hanno condotto alla riforma delle pensioni, ma piu’ brevi di quelli necessari in passato per le altre riforme del mercato del lavoro’.
Ed auspica una rapida conversione in Parlamento del decreto sulle liberalizzazioni approvato venerdi’ scorso, controfirmato ieri dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e di quello sulle semplificazioni che il governo varera’ questa settimana. ‘In Europa l’Italia sta facendo la sua parte. Il consolidamento dei conti pubblici contribuisce a far scendere le tensioni, ma noi stiamo andando oltre, occupandoci anche delle riforme sul nostro mercato interno. E questo, in Europa, ci da’ titolo per esigere dagli altri, come stiamo facendo’ dice Monti. Il presidente del Consiglio appare soddisfatto dei risultati ottenuti finora, e si appresta ad affrontare con animo sereno il dibattito di oggi, in mattinata al Senato e nel pomeriggio alla Camera, sul negoziato per la nuova intesa europea. Pd, Pdl e Terzo polo presenteranno una mozione unitaria che riflette esattamente quello che Monti e’ convinto, oggi, di poter portare a casa. Chiedono che il governo si impegni per ottenere ‘condizioni di rientro del debito pubblico non peggiorative’ rispetto a quelle gia’ concordate, ed un ‘giusto equilibrio tra il rigore di bilancio e le politiche per la crescita dell’economia’. Sulla riduzione del debito i regolamenti Ue presentati all’Ecofin non prevedono grossi stravolgimenti, mentre ‘la necessita’ di conciliare il consolidamento di bilancio con la crescita e l’occupazione sta diventando un tema’ dice Monti. Anche grazie all’Italia".