Scrive La Stampa: "Da una parte, la figura di un comandante ‘esuberante’, bugiardo e imprudente. Dall’altra, la compagnia di navigazione che finisce nel mirino del procuratore generale della Toscana, tanto da sollecitare il procuratore capo di Grosseto a fare il punto della situazione insieme a lui. E’ stato fissato per oggi, nella procura di Grosseto, l’incontro tra Beniamino Deidda e Francesco Verusio, affiancato dai pm che conducono l’inchiesta del naufragio. Il vertice si chiuderà con nuovi indagati? Si profilano responsabilità da parte della Costa Crociere? Deidda punta il dito contro i vertici della società evidenziando ‘problemi e incredibili leggerezze compiute a livello di sicurezza e di organizzazione’. Si riferisce forse a Roberto Ferrarini, responsabile delle operazioni marittime della Costa, che fu immediatamente informato dal comandante Francesco Schettino sull’incidente? In attesa di capire se ci sarà o no una svolta nelle indagini dei carabinieri e della capitaneria di porto – che per ora vede indagati solo Schettino, agli arresti domiciliari, e Ciro Ambrosio – le intercettazioni ambientali e i verbali degli interrogatori contribuiscono a ricostruire la drammatica sera di venerdi’ 13 gennaio. Non solo, smascherano anche bugie e contraddizioni, oltre a rivelare umane debolezze. A partire da Schettino.
Una cimice nella sala d’attesa della caserma di Orbetello, il 14 gennaio, registra il suo sfogo. ‘Quando ho visto che la nave si inclinava, ho preso e mi sono buttato’ dice ad un amico.
Peccato che poi a verbale dichiarera’ di essere ‘scivolato su una scialuppa’. Nella telefonata del famoso ordine ‘Risalga subito a bordo, c…’ con Gregorio de Falco, Schettino non solo comunica di essere su una scialuppa (mentre testimoni dichiarano che si trova gia’ sull’isola del Giglio) ma aggiunge di avere accanto a se’ il comandante in seconda Christidis. Eppure il primo ufficiale Safety Officer (responsabile della sicurezza) Martino Pellegrini dice ai pm che Christidis, dopo aver salvato molti passeggeri ‘rimasto intrappolato sul ponte 4 non ha potuto fare altro che gettarsi in mare. Ho visto che insieme ad altri raggiungeva a nuoto lo scoglio distante 50 metri’. Ieri e’ emerso anche che l’ultimo a lasciare la nave fu il parrucchiere di bordo.
Schettino scarica sugli altri ufficiali. Sempre al telefono, il 14 gennaio impreca in napoletano contro ‘un manager che mi ordino’ l’inchino. Sembra proprio riferirsi al dirigente dei maitre, quell’Antonello Tievoli originario del Giglio – che telefono’ al comandante in pensione Mario Palombo. E anche stavolta Schettino scivola su un’altra bugia. ‘Mi sono fidato della carta nautica e di Palombo che mi ha chiamato’. Ma Palombo replica: ‘Non ho mai detto a Schettino di avvicinarsi a 10 metri dalla costa. Lui puo’ dire quello che vuole. Anzi voglio una volta per tutte smentire che quell’inchino fosse rivolto a me. Io vivo 9 mesi all’anno a Grosseto’.
E veniamo alla Costa. ‘Il comandante ha chiamato il responsabile dell’unità di crisi della compagnia, Roberto Ferrarini, immediatamente dopo l’urto’. Lo conferma Ciro Ambrosio, primo ufficiale di plancia, in una dichiarazione resa agli investigatori prima che venisse iscritto nel registro degli indagati. E ancora: ‘Dopo aver preso il mio posto per procedere con la manovra manuale, il comandante prosegui’ con la rotta che ci portava a 0,3 dallo scoglio’. Troppo vicino allo scoglio su cui si e’ incagliata la Concordia. Interessanti, a proposito, le affermazioni di Pellegrini: ‘Il comandante disse testualmente ‘C…non l’avevo visto’. Poi non funzionarono i sistemi di bilanciamento della nave’. Ma c’e’ di piu’ e riguarda la sicurezza sulla nave. ‘La Costa aveva sospeso per 30 giorni i precedenti Safety e Trainer officer dice Pellegrini -, riscontrando un livello di preparazione non soddisfacente e un livello sufficiente di manutenzione delle dotazione di sicurezza’.
E sempre Pellegrini sembra scagionare Ciro Ambrosio: ‘Quando Ambrosio, credendo di essere troppo vicino alla costa ha ordinato al timoniere di virare a dritta per evitare lo scoglio, Schettino lo ha sollevato dalla rispettabilita’ della guardia. Ha assunto direttamente il comando e ha ordinato al timoniere di mantenere la rotta e aumentare la velocita’. Il Safety Officer ricorda anche l’inadeguatezza del comandante a gestire l’emergenza: ‘Quando il reparto macchine si e’ allagato, Schettino stava zitto e ho dato l’ordine di evacuazione all’equipaggio. Poi ho preso per un braccio il comandante Christidis e gli ho detto di dire al comandante di andare avanti con l’allarme generale.
Christidis l’ha fatto e il comandante ha dato un cenno di consenso’. Il resto e’ noto. E contro i domiciliari di Schettino, a favore del carcere, si e’ espressa la procura: il Riesame decidera’ il 10 febbraio".